martedì 18 Luglio 2017

Venezuela, Paese in rivolta serve mediazione l’ONU


Intervento al dibattito sulle comunicazioni del ministro degli Esteri Alfano sulla situazione in Venezuela

 

A poche ore si è concluso il referendum organizzato dalle opposizioni perché il popolo venezuelano potesse esprimersi liberamente sul piano del Presidente Maduro, un piano per riscrivere la Costituzione chavista del 1999 e portare il Paese verso il presidenzialismo a vita: dittatura piena. L’importanza di questo referendum non ufficiale non sta tanto nel risultato scontato, ma nella partecipazione: oltre 7 milioni e mezzo di partecipanti, cioè tutta l’opposizione, è andata a votare, nonostante le difficoltà. Questo voto è molto più di un’espressione simbolica di opposizione, è un fortissimo “no” che si è levato dal Paese contro Maduro. Il Paese è in rivolta da quasi quattro mesi, dalla vergognosa sentenza della Corte suprema che privava il Parlamento – ha tentato di farlo – delle sue prerogative parlamentari. Gravissimo! Quindi, cento morti, centinaia di imprigionati per ragioni politiche, criminalizzazione del sindacato, condanne di civili da parte di tribunali militari, e la lista è lunghissima. Sono appena tornata da una riunione del consiglio dell’Internazionale socialista che si è tenuta alle Nazioni Unite: era presente come ospite speciale il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ed erano presenti le delegazioni di un centinaio di Paesi, tra queste le delegazioni venezuelane. Abbiamo ascoltato le loro testimonianze; le loro richieste sono quelle che sono state illustrate qui. Il Segretario generale delle Nazioni Unite ha confermato che l’ONU è a disposizione per promuovere una mediazione, ma ci vuole il consenso delle due parti perché la mediazione si faccia, e Maduro non ci sta. Chiedo al Governo di lavorare in questa direzione.

Infine voglio salutare in tribuna il padre di Leopoldo Lopez, incarcerato per tre anni e ora agli arresti domiciliari. Leopoldo Lopez è dirigente di Voluntad Popular, partito che fa parte dell’Internazionale Socialista al quale mi legano comuni legami di militanza e solidarietà.