giovedì 28 Novembre 2013

Vantaggi del progetto «Trans Adriatic Pipeline», ma salvaguardare l’ambiente


28 novembre 2013 Disegno di legge di ratifica: Accordo con la Repubblica di Albania e la Repubblica greca sul progetto «Trans Adriatic Pipeline»

A fine luglio il collega Di Gioia ha presentato un’interrogazione ai Ministri delle infrastrutture e dell’ambiente, segnalando la forte opposizione dell’amministrazione locale del comune di Melendugno non al progetto che realizza questa infrastruttura, ma al luogo dove posizionare il terminale del gasdotto. Questo per dire che per noi socialisti il nodo non è se realizzare il progetto, ma come realizzarlo.

La TAP è un’infrastruttura strategica per trasportare il gas naturale dal Mar Caspio verso l’Europa, fa parte del corridoio sud, una delle priorità dell’Unione europea, un’infrastruttura che consente di diversificare le forniture e quindi accrescere la sicurezza degli approvvigionamenti.

I vantaggi sono chiari: un mercato nostro più integrato con quello europeo, allo stesso tempo più concorrenziale, quindi prezzi inferiori, quindi bolletta energetica più leggera e sappiamo bene quanto questo ci serva per la nostra competitività. Quindi, non mettiamo in discussione l’opera, ma abbiamo qualcosa da dire sul come l’opera vada realizzata, perché l’impatto ambientale, ad esempio, pare sia stato alquanto sottovalutato.

Siamo consapevoli che qui ci sono degli interessi che devono essere conciliati: da un lato, l’interesse del Paese ad una bolletta energetica più leggera e sicura e la credibilità internazionale, che ci vincola al rispetto degli obblighi assunti, e, dall’altro, quello della sostenibilità dell’opera (la sostenibilità in tante direzioni) e sappiamo che è difficile conciliare questi interessi, che possono apparire e a volte anche essere confliggenti. Non è un’impresa facile, ma bisogna farlo.

Nel merito del progetto, la zona interessata all’approdo del gasdotto, il comune di Melendugno, è area particolarmente interessante da molti punti di vista: agricolo (centinaia di ulivi protetti), ambientale (barriera coralligena, aree dove ci sono le tartarughe e i delfini), artistica (aree di rispetto e di una villa romana e presenza di dolmen), insomma, è un’area molto particolare e molto delicata, tant’è che lì, in queste zone, insistono ben sette siti di importanza comunitaria secondo la direttiva europea «Habitat».

Allora, bisogna realizzare il progetto tenendo conto di tutto questo e a noi pare, invece, che la sostenibilità sia stata lasciata un po’ perdere.

Allora, il problema è che il Ministro dello sviluppo economico, nella risposta data al collega Di Gioia, dice che hanno lavorato insieme con le autorità locali per individuare il miglior tracciato possibile. A noi non pare che sia esattamente così e, siccome non ci pare proprio che sia così, noi chiediamo di coinvolgere le autorità locali e i portatori di interessi, che sono tanti e sono già stati citati (l’università, l’arte e così via) e le popolazioni locali. Perché? Perché vedete, il coinvolgimento, l’informazione e la partecipazione delle popolazioni interessate è molto importante quando i territori sono chiamati in qualche modo a ospitare opere che vanno al di là dell’interesse locale e questo serve anche per prevenire tensioni sociali.

Un’ultima cosa, nel merito del progetto. Quindi, serve il coinvolgimento delle autorità locali per valutare rigorosamente, insieme con i Ministeri, i vari aspetti della sostenibilità e una cosa in particolare: noi chiediamo di tener conto delle infrastrutture che già esistono, con le quali l’opera potrebbe integrarsi. Ad esempio avvicinando i punti di approdo, quanto più possibile, al punto di partenza della rete Snam, al fine di evitare al massimo il consumo e, in qualche caso, la distruzione del territorio