martedì 24 Giugno 2014

Un semestre women friendly


24 giugno 2014 Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno e sulle linee programmatiche del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea

 

Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, la ringrazio per averci invitati a pensare che ogni volta che usciamo di casa andiamo in Europa e la ringrazio anche per averci sollecitati a fare un lavoro culturale, educativo, politico, per fare dell’Europa un luogo di dimensione politica, grazie. Esprimiamo anche consenso al fatto che lei ha considerato l’immigrazione una priorità e ha detto che deve essere tema europeo, così come esprimiamo il nostro convinto consenso sul semestre come occasione per un pacchetto di riforme: un pacchetto di riforme di mille giorni, per non farci dettare l’agenda dall’Europa, ma per dettare l’agenda Europa.

Però le chiedo anche un’altra cosa che lei non ha affrontato. Io le chiedo un semestre women friendly: le donne. Lei ha dimostrato di avere attenzione a questo tema, anzi sensibilità, però qui silenzio assoluto. Le do due suggerimenti, in due ambiti: nel tema dell’economia e dello sviluppo. Economia: siamo tutti d’accordo che ci vuole una forte accelerazione sulla crescita, sugli investimenti, sull’occupazione e politiche attive del lavoro per sconfiggere la disoccupazione giovanile. Però c’è un’altra urgenza e gliela faccio presente, signor Presidente: in Italia l’occupazione femminile non arriva al 50 per cento, al Sud ci sono delle voragini del 25 per cento. Siamo il penultimo Paese europeo, davanti solo a Malta, ma il problema è anche greco, è anche spagnolo, cioè di tutti quei Paesi che sono in difficoltà. Non casualmente Christine Lagarde ha fatto notare che il basso livello di occupazione femminile è uno degli ostacoli più ingombranti alla crescita: teniamolo presente e mettiamolo tra le priorità.

Secondo argomento: capitolo cooperazione allo sviluppo e io le propongo di affrontare il tema dei matrimoni precoci di cui si prende finalmente consapevolezza. Nel mondo ci sono 60 milioni di spose bambine e quando dico bambine dico 8, 10, 12 anni: la UE non può più chiudere gli occhi di fronte a questo dramma e l’Italia, che guida il semestre, ancor meno. Combattere questa pratica richiede altrettanto impegno di quello profuso nella campagna contro le mutilazioni genitali femminili, in cui il nostro Paese ha svolto un ruolo importante.

Possiamo svolgerne uno altrettanto importante per eliminare questa piaga che costituisce una sorta di pedofilia legalizzata in tanti Paesi. Assumiamo la leadership di questa campagna mondiale e rivendichiamo un ruolo importante, utile al mondo e alle donne.