martedì 17 Settembre 2013

Sì alla legge contro l’omofobia


Proposte di legge: Disposizioni in materia di contrasto dell’omofobia e della transfobia

 

Interventi sugli articoli

 

Signor Presidente, la legge che ci accingiamo a votare è, in primo luogo, un atto di civiltà che avremmo dovuto compiere già da tempo. Oggi, finalmente, accogliamo le raccomandazioni del Parlamento europeo e mettiamo l’Italia al passo con le legislazioni antidiscriminatorie già vigenti da anni, in misura più o meno ampia, in molti Paesi, a guida sia conservatrice, sia progressista. Colmiamo una lacuna che andava colmata da tempo perché l’Italia è tra i Paesi dell’Unione europea ad alto tasso di omofobia sociale, politica e istituzionale.

Noi socialisti esprimiamo soddisfazione per questo passo. Questo provvedimento avrebbe potuto essere approvato vent’anni fa all’interno della cosiddetta «legge Mancino», che assicura protezione contro le discriminazioni motivate da condizioni razziali, etniche, nazionali o religiose. Allora, così come è accaduto in più recenti legislature, non si ebbe abbastanza coraggio e l’orientamento sessuale fu deliberatamente escluso. Ci fu l’ostilità di un’ala cattolica conservatrice che non comprende, chiaramente, tutto il mondo cattolico. Non possiamo, infatti, scordare le recenti parole di Papa Francesco sul tema. Ma a questa ala cattolica si è aggiunto chi, non per motivazioni legate in qualche modo al pensiero filosofico religioso ma ispirato da cultura omofobica e transfobica, tenta di impedire l’approvazione di una qualsiasi legge sul tema.

Al testo concordato in Commissione sono stati presentati decine di emendamenti e mi soffermo su due, che si riferiscono alla libertà di opinione e al tema dell’aggravante. Parto da questo secondo emendamento, che noi socialisti abbiamo presentato con il numero 1.88, che chiede di estendere l’aggravante anche a omofobia e transfobia. Se con questo provvedimento non estendessimo l’aggravante alle finalità omo e transfobiche commetteremmo un errore grave perché distingueremmo, anzi discrimineremmo all’interno dell’area di tutela che oggi siamo impegnati ad estendere, decidendo di tenere fuori dall’applicazione dell’aggravante l’omofobia e la transfobia. Un controsenso ! Quindi, io chiedo di votare tutti quanti a favore del mio emendamento 1.88.

Veniamo al tema della libertà di opinione. Alcuni colleghi ritengono di salvaguardare la cosiddetta libertà di opinione di chi ritiene che i diritti e le tutele delle persone omo e trans non possono essere estesi ad alcuni ambiti di vita, soprattutto in materia di famiglia e genitorialità. Queste persone devono potere esprimere il loro pensiero senza che ciò possa costituire reato. A noi pare che la presentazione di questo emendamento, o parte di

emendamento, rischia di rivelarsi non solo inutile ma fuorviante. È inutile perché la legge penale non può mai andare ad inficiare l’esercizio di diritti o l’adempimento di doveri previsti dalla Costituzione o da leggi. In questo caso ci sono l’articolo 21 della Costituzione e l’articolo 51 del codice penale, che definisce come priva del requisito di antigiuridicità qualsiasi condotta che sia espressione del diritto di critica e di opinione. Ma, soprattutto un emendamento in materia di libertà e di opinione nasconde una ulteriore e più grave insidia. Precisare che si è liberi di esprimere pareri contro i diritti e le tutele delle persone LGBT, cioè prevedere una clausola di salvaguardia che non è prevista, invece, per i fenomeni di xenofobia, razzismo e antisemitismo, rischia di svuotare di contenuto effettivo il senso della riforma che si vuole approvare perché le leggi servono a definire un confine penalmente ma anche moralmente e culturalmente invalicabile, come ha scritto recentemente Chiara Saraceno, e cioè che le leggi hanno anche una funzione comunicativa che non va sottovalutata. Quindi, mi auguro che saremo capaci di prevedere l’aggravante ed insieme ritenere non necessario e, anzi, di respingere un articolo sulla libertà di opinione.