giovedì 22 Giugno 2017

Scuola di gomme in Palestina, appello perché non chiuda


Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17047

presentato da

LOCATELLI Pia Elda

testo di

Giovedì 22 giugno 2017, seduta n. 819

Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
la scuola di gomme di Khan al Ahmar, realizzata nel 2009 dalla organizzazione non governativa Vento di Terra, con il contributo della Cooperazione italiana, della Conferenza episcopale italiana e di una rete di enti locali lombardi ospita 8 classi, per un totale di circa 200 minori, nei Territori occupati palestinesi;
essa è simbolo del diritto all’istruzione e della difesa dei diritti delle comunità beduine che non hanno accesso all’acqua, alla corrente elettrica e permangono in una situazione di indigenza; inoltre, la difficoltà di movimento, imposta loro, rende estremamente problematico l’accesso ai servizi di base;
la scuola, per caratteristiche costruttive e materiali utilizzati, è un esempio nell’ambito dell’architettura bioclimatica. È una struttura senza fondamenta, realizzata con pneumatici usati, progettata dallo studio Arcò di Milano per rispondere alle complesse normative imposte dal Governo israeliano e alle specifiche esigenze delle comunità locali;
la difesa del diritto allo studio degli alunni beduini di Alhan al Ahmar è stata possibile in passato grazie all’apertura un ombrello diplomatico e mediatico sulla scuola;
la maggior parte degli alunni appartengono alla tribù Jahalin, stanziata nell’area denominata «Corridoio E1» da una quarantina d’anni, e sono profughi registrati presso l’agenzia Unrwa. Il corridoio congiunge Gerusalemme a Gerico ed è parte del territorio palestinese uscito dagli Accordi di Oslo quale «Area C» e come tale, dal 1994, sotto controllo militare e amministrativo israeliano: è il primo edificio pubblico costruito in questa area dal 1967;
la scuola è stata costantemente attaccata dal movimento dei coloni, che la ritiene una «minaccia all’esistenza dello Stato di Israele». A fronte della causa intentata dallo Stato israeliano, dalle colonie limitrofe e dalla società stradale pubblica Maan, la Corte suprema israeliana si è espressa una prima volta nel novembre 2009, invitando le parti a trovare un accordo e ribadendo il valore sociale della struttura;
il 29 agosto 2016 ha deliberato una richiesta di demolizione immediata della scuola e dopo alcuni rinvii, si è espressa a favore dello «spostamento» della struttura. A fronte di un appello delle comunità, era stata fissata una nuova scadenza a fine aprile di quest’anno, ulteriormente posticipata al 25 settembre 2017;
l’intenzione espressa dell’Esecutivo israeliano è «riallocare» in tempi brevi gli alunni nel plesso di Al Jabal, distante una decina di chilometri. La deportazione dei residenti rappresenterebbe per gli interroganti una grave violazione del diritto internazionale (articolo 49 della IV Convenzione di Ginevra del 1949; articolo 43 della Convenzione dell’Aia). Un segnale particolarmente incisivo è giunto il 4 aprile 2017, da parte dell’Ambasciatore dell’Unione europea Lars Faaborg-Andersen: «Le pratiche quali trasferimenti forzati (…) e l’ostruzionismo verso l’assistenza umanitaria sono contrari agli obblighi di Israele in tema di diritto internazionale. Chiediamo quindi ad Israele, in quanto potenza occupante, di adempiere ai propri obblighi nei confronti della popolazione palestinese (…), fermare completamente queste demolizioni e confische e consentire il pieno accesso agli aiuti umanitari»;
l’area dove sorge la scuola è considerata strategica dal Governo di Tel Aviv, che ivi vorrebbe completare il «Muro di Separazione», dopo di che ciò che rimane dei Territori occupati palestinesi verrebbe così diviso in due tronconi e definitivamente separato da Gerusalemme;
la demolizione della scuola creerebbe un pericoloso precedente, ponendo le basi, a giudizio degli interroganti, per l’avvio dell’annunciato piano di deportazione delle comunità beduine dell’Area C e per l’annessione del Corridoio E1 da parte di Israele –:
quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato abbia intenzione di porre in essere per la tutela dei diritti umani fondamentali e del diritto all’istruzione delle comunità beduine e per la difesa della scuola di Gomme, affinché gli scolari di Khan al Ahmar possano avere un futuro. (4-17047)