venerdì 11 Settembre 2015

Rimpatrio nigeriane del Cie di Ponte Galeria


Atto Camera

 

Interpellanza urgente 2-01065

presentato da

LOCATELLI Pia Elda

testo di

Venerdì 11 settembre 2015, seduta n. 480

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell’interno, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

tra il 17 e il 22 luglio 2015 è stata effettuata una serie di salvataggi in mare che, tra le altre, ha salvato 69 donne, di presunta cittadinanza nigeriana, provenienti dalle coste libiche;

le stesse sarebbero state indirizzate nei centri di prima accoglienza di Lampedusa, Pozzallo e Augusta. A tutte le 69 donne, di cui tre in evidente stato di gravidanza, sarebbe stato notificato un decreto di respingimento immediatamente dopo la loro foto-segnalazione, a cui ha fatto seguito il trasferimento al centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria a Roma, al fine di essere rimpatriate dalla frontiera di Roma-Fiumicino;

a tutte le cittadine nigeriane a quanto consta agli interpellanti sarebbe stato convalidato il provvedimento di trattenimento senza prendere in considerazione, sia la loro condizione fisica, sia il motivo del viaggio attraverso il Mediterraneo, viaggio peraltro «offerto» loro dalle reti di tratta dei migranti presenti in Nigeria e in Libia;

secondo quanto raccolto da alcuni esponenti della campagna «LasciateCIEntrare», che hanno potuto incontrare due volte le donne nel mese di agosto 2015 a Ponte Galeria, al momento dello sbarco, a nessuna sarebbero stati letti i propri diritti, quindi non sarebbero state fornite le informazioni necessarie per eventualmente, far richiesta di protezione in Italia;

sempre secondo quanto registrato dalla campagna «LasciateCIEntrare», il giorno dell’arrivo delle donne al centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria, un funzionario dell’ambasciata nigeriana sarebbe stato presente per le procedure di identificazione necessarie e dirimenti per la procedura di rimpatrio;

il 25 luglio 2015 presso il suddetto centro di identificazione ed espulsione si sono tenute tutte le udienze di convalida con tre diversi giudici e, secondo quanto segnalato da alcuni degli avvocati presenti, tali udienze si sarebbero risolte in circa 5 minuti di colloquio;

tutte le donne hanno poi presentato richiesta di asilo e per questa ragione l’udienza di proroga del trattenimento si è tenuta di fronte al giudice ordinario;

in data 17 agosto 2015, presso il tribunale di Roma, si è tenuta l’udienza di proroga di ulteriori 30 giorni, in assenza però delle interessate. In tale occasione, l’avvocato Di Giovanni, che ne rappresenta 12, ha chiesto il rinvio dell’udienza per consentire alle sue assistite di presenziarvi e che la stessa si tenesse a porte aperte;

il giudice ha accolto la richiesta, fissando l’udienza per il giorno 19 agosto 2015 all’interno del centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria, nonostante il Consiglio superiore della magistratura abbia più volte denunciato che celebrare le udienze presso i centri di identificazione ed espulsione pregiudica fortemente le condizioni di imparzialità della funzione giurisdizionale;

il tribunale di Roma ha convalidato le richieste di proroga di ulteriori 30 giorni nei confronti di tutte le interessate –:

se il Governo sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e quali siano gli intendimenti in merito alla situazione segnalata in premessa;

se e quali misure siano state assunte per dotare le vecchie e nuove commissioni territoriali di personale competente capace di conoscere la pericolosità di contesti che non necessariamente implichino un conflitto armato (interno o internazionale) o la presenza di un regime autoritario;

se non si intenda adottare iniziative di competenza affinché le attività di convalida si svolgano salvaguardando le condizioni di imparzialità proprie della funzione giurisdizionale, così come segnalato dal Consiglio superiore della magistratura;

se non si ritenga necessario ed urgente adottare misure volte ad ospitare le 69 donne nigeriane in strutture che non prevedano la totale privazione della libertà di movimento e comunicazione con l’esterno, strutture peraltro individuate dalla campagna «LasciateCIEntrare» e pronte all’accoglienza di tutte le richiedenti asilo.

(2-01065) «Locatelli, Albini, Borghi, Zampa, D’Ottavio, Carloni, Pastorino, Terrosi, Pastorelli, Lenzi, Gnecchi, Carlo Galli, Amato, Tinagli, Giuseppe Guerini, Scanu, Iori, Pellegrino, Fitzgerald Nissoli, Beni, Magorno, Minnucci, Patriarca, Sberna, Fossati, Paola Boldrini, Manzi, Distaso, Di Salvo, Nicchi, Marzano, Giorgio Piccolo, Murer, Pollastrini, Chaouki, Venittelli, Gandolfi, Cenni, Sereni, Rossomando, Albanella, Costantino, Quartapelle Procopio, Valeria Valente, D’Incecco, Piazzoni, Roberta Agostini, Miotto, Scotto, Carra, La Marca, Capua, Bossa, Giuliani, Laforgia, Gribaudo, Bruno Bossio, Manfredi, Carrozza, Schirò, Verini, Malisani, Ermini, Nicoletti, Parrini, Causi, Sgambato, Fontanelli, Stella Bianchi, Martelli, Carocci, Braga, Zanin, Tidei, Mazzoli, Giacobbe, Grassi, Giancarlo Giordano, Carnevali, Kronbichler, Cassano, Piccoli Nardelli, Romanini, Rocchi, Mariani, Casellato, Scuvera, Capozzolo, Villecco Calipari, Iacono».