mercoledì 18 Gennaio 2017

Question time sul caso Regeni


Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale – Per sapere – premesso che:

un anno fa, il ricercatore Regeni, dottorando a Cambridge, impegnato in uno studio sui sindacati egiziani, dopo essere scomparso al Cairo, nella notte del 25 gennaio, venne ritrovato cadavere in un fosso pochi giorni dopo, il 3 febbraio, lungo la strada che porta ad Alessandria, a venti chilometri dal centro della città;

in un primo momento, le autorità del Cairo hanno tentato di accreditare una serie di versioni false sulla morte: dall’incidente stradale al rapimento per furto da parte di una banda di criminali comuni, conclusasi con l’omicidio. L’autopsia eseguita a Roma ha, invece, confermato che il giovane è stato seviziato e torturato e che il decesso è avvenuto dopo una lunga e straziante agonia per le torture che gli erano state inflitte;

ai tentativi di depistaggio, agli omissis e agli ostacoli spesso frapposti dalle stesse autorità egiziane, alla reticenza ingiustificabile degli stessi docenti di Cambridge, e in particolare della sua tutor, che non hanno voluto incontrare i magistrati italiani, si è aggiunto recentemente la testimonianza di Mohamed Abdallah, sindacalista degli ambulanti del Cairo oggetto di studio da parte di Regeni, il quale ha dichiarato di essere autore della denuncia del ricercatore italiano ai servizi di sicurezza ritenendolo una spia;

il Governo egiziano e lo stesso presidente Al Sisi, continuano a negare qualsiasi responsabilità ma lasciano intendere che al massimo si sarebbe trattato di un crimine compiuto da non meglio indicati servizi segreti deviati per colpire la credibilità dell’Egitto sul piano internazionale e i rapporti con l’Italia;

la collaborazione dei nostri inquirenti con la magistratura egiziana, fin qui proseguita a singhiozzo e non per nostra volontà, non ha prodotto sostanziali passi avanti e manca ancora una spiegazione credibile di quello che a tutti gli effetti può e deve essere classificato come un rapimento e un delitto di Stato contro un giovane senza alcuna colpa;

quali iniziative il Governo intenda assumere nei confronti delle autorità egiziane affinché sia fatta luce sulle circostanze della scomparsa e della morte di Regeni, assicurando alla giustizia i responsabili e il rispetto dovuto all’Italia; in particolare chiede se, ad un anno dal richiamo dell’ambasciatore Massari e la successiva nomina di Cantini, il Governo intenda rivalutare la scelta del ritorno del nuovo ambasciatore in sede, giustamente richiamato come forma di protesta nei confronti delle autorità egiziane, per esercitare da vicino tutte le pressioni possibile per arrivare alla verità.