lunedì 5 Febbraio 2018

Quello che dobbiamo chiedere a Recep Tayyip Erdoğan


 

La crisi siriana con il drammatico esodo di milioni di civili, i contrasti armati con le popolazioni curde di confine, la pressione della Repubblica iraniana per accrescere il suo ruolo nella regione così come quello della Russia, hanno visto la Turchia assumere una posizione di primo piano per il controllo e la ridefinizione degli equilibri tra Asia ed Europa.

È opinione comune e largamente condivisa che la costruzione di un rapporto più stretto con l’Unione Europea non debba essere abbandonata, ma al contrario che vada fatto ogni sforzo possibile per mantenere e rafforzare i legami plurisecolari che la Turchia ha con l’Europa proprio e soprattutto nel momento in cui le tensioni nell’area sembrano farsi più forti e insidiose proiettando scenari di miseria, fame, malattie e morte. Un legame più solido di quello attuale costituirebbe difatti un’efficace assicurazione contro la crescente destabilizzazione.

L’Italia negli ultimi decenni ha avuto rapporti stretti e reciprocamente vantaggiosi, su un piano di rispetto e mutua comprensione, con la Turchia e questo ha decisamente contribuito al reciproco sviluppo in tutti i campi, non solo in quello economico.

È interesse strategico del nostro Paese, oggi costretto a rispondere quasi da solo alla drammatica sfida delle migrazioni di massa, rafforzare i legami con i Paesi del bacino del Mediterraneo, come la Turchia, per giungere ad un controllo di questo fenomeno che origina soprattutto dal mancato sviluppo economico.

Noi siamo però fermamente convinti che la Turchia possa aspirare a un futuro migliore solo se saprà avanzare con decisione anche sul terreno della democrazia e delle libertà e per questa ragione nel momento in cui il presidente Erdoğan si appresta a incontrare i rappresentanti delle nostre Istituzioni, vogliamo chiedere il più forte e deciso impegno al rispetto dei diritti umani e a garantire processi equi alle migliaia di persone che sono state arrestate dopo il tentato golpe del 2016.

Come Presidente del Comitato diritti umani della Commissione esteri della Camera dei Deputati, nel momento in cui mi accingo a lasciare definitivamente il Parlamento, voglio ricordare con forza che è nel nostro reciproco interesse, dell’Italia e della Turchia, costruire un rapporto solido e duraturo, ma che questo non può contenere margini di ambiguità sul rispetto dei diritti umani non solo perché tradiremmo la nostra storia, ma anche perché sarebbe un atto di miopia politica che getterebbe un’ipoteca colossale che prima o poi, inevitabilmente, giungerebbe all’incasso.

 

Pia Locatelli

Presidente Comitato diritti umani

Commissione esteri Camera dei Deputati