martedì 20 Agosto 2013

Presentazione decreto contro la violenza


20 agosto 2013 Per richiami al Regolamento, in ordine all’annuncio e assegnazione del disegno di legge di conversione del decreto legge per il contrasto alla violenza di genere, e sull’ordine dei lavori, in merito al trasferimento della Firem di Formigine (MO) e sull’apertura del Meeting annuale di Comunione e Liberazione

 

Signora Presidente, noi socialiste la ringraziamo per averci convocato oggi per la presentazione del decreto sulla sicurezza e per il contrasto alla violenza di genere. La ringraziamo anche se si tratta di atto da lei anticipato alla chiusura della Camera, un atto previsto dalla Costituzione come lei ha detto, Costituzione che impone che le Camere anche se sciolte siano appositamente convocate e si riuniscano entro cinque giorni dall’adozione del provvedimento da parte del Governo. Se le Camere non fossero state convocate, avremmo violato la Costituzione. Ci sono, come lei ha già fatto presente, precedenti di analoghe presentazioni. Non ci risultano precedenti di violazioni della Costituzione per mancata convocazione, così come non ci risultano precedenti di «polveroni» sollevati da colleghi per essere stati convocati per una presentazione feriale. Ma la ringraziamo soprattutto per avere assegnato a questo decreto la dovuta importanza, che evidenzia la gravità del dramma della violenza contro le donne e del femminicidio, la fa emergere dall’indifferenza rispetto ad un adempimento dovuto. Sappiamo che il tema le sta a cuore e che questa convocazione non è per lei una «vetrina istituzionale» come qualche collega ha affermato. Lo abbiamo visto nel suo discorso d’insediamento alla Camera, lo abbiamo visto in occasione della ratifica della Convenzione di Istanbul e della successiva discussione sul contrasto alla violenza di genere, lo abbiamo visto nuovamente confermato nel suo invito alla baronessa Scotland, già ministro nel Governo Blair, che ha codificato un insieme di misure contro la violenza domestica a seguito delle quali in dieci anni la violenza domestica in Gran Bretagna è stata ridotta del 60 per cento. Oggi lei ha trasformato un atto dovuto in un atto di rilevanza politica, perché è il tema di questo decreto-legge che lo rende politicamente e culturalmente rilevante. Le siamo grati noi socialisti e socialiste e sono certa che le sono grati le donne e gli uomini che con lei condividono l’impegno a contrastare la violenza di genere. Sappiamo che la violenza non la si può eliminare del tutto, ma la si può e la si deve contenere e per farlo la chiave è e sarà sempre l’educazione, l’educazione dei sentimenti. Esamineremo questo decreto che ha visto impegnati ben quattro ministri, dell’economia, della giustizia, del lavoro e dell’interno, oltre che la Presidenza del Consiglio dei ministri. Notiamo però che manca il Ministero dell’istruzione, secondo noi fondamentale in questa partita. Il lavoro integrato dei Ministeri è un giusto approccio ma non basta perché le vere esperte su questo tema sono le associazioni femminili da anni impegnate sul campo. Ci siamo messi subito in contatto con loro per esaminare insieme il contenuto del decreto, perché esso costituisce secondo noi un’occasione storica di civiltà. Da loro vogliamo farci guidare per avere un’ottima legge sul femminicidio