venerdì 20 Settembre 2013

Obiezione di coscienza sulla pillola del giorno dopo


Rifiuto della “pillola del giorno dopo” per obiezione di coscienza nell’ambulatorio della Camera

 

Signor Presidente, questa mattina, in avvio dei nostri lavori, verso le 10,30, una collega si è recata all’ambulatorio della Camera per chiedere al medico di turno la prescrizione della cosiddetta «pillola del giorno dopo». Il medico le ha risposto di non essere disponibile a farle la prescrizione, in quanto obiettore di coscienza, così come non lo era il medico del turno successivo e così come tutti gli altri colleghi medici.

Ho incontrato la giovane collega all’uscita dell’ambulatorio. Era sorpresa, stupita, ma anche piuttosto arrabbiata e, ovviamente, la vicenda ha stupito anche me, perché tre mesi fa in quest’Aula abbiamo discusso dell’obiezione di coscienza e abbiamo valutato i dati di questo fenomeno che sono mediamente attorno al 70 per cento in Italia, con punte estreme del 70, 80 per cento, ma non del 100 per cento come qui.

Questo mi è stato riferito questa mattina e ho voluto segnalare il caso ai colleghi immediatamente. Ovvio che il diritto e il principio dell’obiezione di coscienza va difeso quando nasce da un vero convincimento morale e, però, in quest’Aula abbiamo anche ribadito che l’esercizio dell’obiezione di coscienza non deve impedire l’applicazione della legge n. 194 in tutte le sue parti, a partire dal diritto di ogni giovane donna alla salute e all’autodeterminazione, come nel caso della giovane collega.

Ho segnalato il fatto e mi riservo di presentare un’interrogazione alla Ministra della salute per verificare se quanto ho saputo oggi corrisponde a verità – 100 per cento degli obiettori – ma anche, in caso di risposta affermativa, quali iniziative la Ministra intenda assumere o la Presidenza della Camera intenda assumere o l’istituzione nel suo complesso o chi di competenza intenda assumere per garantire alle parlamentari – non solo alle parlamentari, ma in questo caso alle parlamentari – il diritto alla salute e per garantire il rispetto dei diritti sessuali e riproduttivi.