mercoledì 3 Maggio 2017

No a versione hard della “Ciociara”


Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16467

presentato da

LOCATELLI Pia Elda

testo di

Mercoledì 3 maggio 2017, seduta n. 788

LOCATELLI, PASTORELLI e LO MONTE. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
«La Ciociara», famoso film del 1960 diretto da Vittorio De Sica e adattato da Cesare Zavattini, tratto dall’omonimo libro scritto da Alberto Moravia, nonostante le vicende siano romanzate, narra degli stupri di guerra, le cosiddette «marocchinate», perpetrati contro circa 60.000 tra donne e bambini, solo nel territorio della Ciociaria, alla fine della seconda guerra mondiale;
la pellicola ripercorre una delle pagine più buie e brutali della seconda guerra mondiale descrivendo l’orrore degli stupri di massa sulla popolazione da parte delle truppe coloniali francesi in seguito alla «battaglia di Cassino»;
quotidiani e social, in queste ultime settimane, hanno riportato la notizia che è in lavorazione un film intitolato «La Ciociara, liberamente ispirato al romanzo di Alberto Moravia»: una versione pornografica del film diretta da un noto registra di film hard;
si tratta di una vicenda dolorosa, dunque, che ancora ferisce le famiglie delle vittime di quelle violenze; raccontata in chiave pornografica non è altro che mancanza di rispetto per tutte coloro che hanno subito quegli atroci episodi e, per le tante, troppe donne che sono state vittime di abusi sessuali e di stupro durante altri conflitti, per tutte quelle donne che ancora subiscono tale infamia, per chi ancora ne porta i segni, per chi oggi continua ad essere stuprata;
invece di promuovere una sensibilizzazione per non dimenticare gli orrori del passato, invece di contribuire a costruire una società fondata sul ripudio della guerra in qualsiasi sua forma, compresa quella delle violenze sui bambini e sulle donne: una guerra nella guerra; una mostruosità di cui le cronache sono piene: ex Jugoslavia, Rwanda, Nigeria, Siria, Somalia, India e tanti altri Paesi dove l’uomo non è più essere umano, ma solo il male; si produce un film che, secondo gli interroganti, rappresenta l’ennesima offesa, l’ennesima umiliazione;
una lettera aperta, indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, agli altri Ministri competenti e ai parlamentari, chiede di intervenire; essa è firmata già da più di 600 cittadine e cittadini, da molti sindaci della Ciociaria e dal consiglio comunale di Aprilia, che giudica, non una forma di libertà di espressione ma un insulto grave alla memoria di una comunità e della nazione tutta, una pellicola hard su vicende che rappresentano una ferita indelebile non ancora rimarginata e che si cerca di affrontare, grazie soprattutto al lavoro delle associazioni femminili e femministe insieme alle amministrazioni locali, a ricercatrici e ricercatori, a docenti di ogni ordine e grado, ricostruendo quei fatti perché non si ripetano in nessuna parte del mondo –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda promuovere per diffondere, anche attraverso campagne di informazione e di sensibilizzazione, una corretta ricostruzione di quei tragici avvenimenti e una nuova presa di coscienza per il ripudio di ogni forma di violenza sessuale, in particolare quella perpetuata all’interno dei conflitti armati, che assume il carattere di stupri di massa, un’arma potente e strategica per annientare il nemico – o l’etnia, o la religione, o le popolazioni considerate nemiche – violando e annientando le donne del nemico e la loro comunità. (4-16467)