venerdì 17 Maggio 2013

Nazismo sui social media


Atto Camera

 

Interrogazione a risposta scritta 4-00497

presentato da

LOCATELLI Pia Elda

testo di

Venerdì 17 maggio 2013, seduta n. 18

  LOCATELLI, DI LELLO, DI GIOIA e PASTORELLI. — Al Ministro dell’interno . — Per sapere – premesso che:

la sera del 1° maggio 1945, nel bunker della Cancelleria di Berlino dove si stava consumando la caduta del Terzo Reich, sei bambini, la maggiore di soli 12 anni di età, figli di Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda della Germania nazista, furono storditi con la morfina e uccisi con delle capsule di cianuro spezzate nelle loro bocche;

a concepire ed eseguire materialmente il pluriassassinio fu la madre, Magda Goebbels che, successivamente suicidatasi con il marito, giustificò il suo orribile gesto con queste parole: «Il mondo che verrà dopo il Führer e il nazionalsocialismo non è più degno di essere vissuto e quindi porterò i bambini con me, perché sono troppo buoni per la vita che li attenderebbe, e un Dio misericordioso mi capirà quando darò loro la salvezza»;

la scorsa domenica, giornata della festa della mamma, sui muri della città di Bergamo sono apparsi dei deliranti manifesti inneggianti a Magda Goebbels, firmati da un sedicente «Manipolo d’avanguardia Bergamo» che come se non bastasse, ha aperto una pagina sul social network Facebook in cui vengono diffuse in rete deliranti tesi di chiara ispirazione nazista;

è ormai purtroppo chiaro che in Europa sta riemergendo pericolosamente, specie tra le giovani generazioni, il culto e la militanza verso ideologie devianti ed eversive come il nazismo;

la strage di giovani socialisti norvegesi compiuta nell’estate di meno di due anni fa sull’isola di Utoya per mano di un uomo intriso di questa sottocultura ne è stata la tragica dimostrazione –:

di quali elementi disponga in merito a quanto riportato in premessa e se siano stante avviate indagini;

se viste le caratteristiche di rapidità, ampia divulgazione, facilità di accesso della rete, al fine di dare efficacia alle regole che già esistono – quello che è illegale offline è illegale online – come dice il professor Rodotà – non ritenga sia indispensabile che la magistratura possa contare su una struttura tecnica in grado di intervenire in tempo reale, di risalire con certezza agli autori e perseguire i responsabili di reati perpetrati online.

(4-00497)