mercoledì 3 Agosto 2016

Mozione sulla politica internazionale


Mozione sulle linee della politica europea ed estera dell’Italia alla luce delle recenti emergenze internazionali

Dichiarazione di voto
La componente socialista voterà a favore della mozione di maggioranza che ha sottoscritto e della quale condivide pienamente gli impegni. I temi affrontati nelle mozioni in discussione sono molteplici e tutti di estrema importanza: Europa, Migrazione, terrorismo, Russia e Turchia, da ultimo, solo i termini temporali, l’intervento Usa in Libia.

Difficile stabilire priorità e urgenze.

Come presidente del Comitato Diritti umani della Commissione esteri della Camera voglio però incentrare questo intervento sulla Turchia del dopo golpe. Il maldestro e fallimentare push militare, che tutti abbiamo condannato, è servito a Erdogan a mettere in atto una repressione All’indomani del tentato colpo di stato abbiamo assistito all’arresto di migliaia tra giudici, giornalisti, docenti, avvocati, intellettuali, come se ci fossero liste di proscrizione già pronte, in attesa di essere usate.

E la purga continua: gli ultimi arresti di giornalisti, 47, di cinque giorni fa.

Sono state chiuse 23 radio, 45 quotidiani, 15 magazine, 29 case editrici, 16 reti televisive, 934 scuole, 215 atenei; mandati a casa 1577 presidi, chiusi oltre 100 dormitori studenteschi; sciolte 1200 associazioni, 104 fondazioni, 20 sindacati, persino 35 strutture sanitarie, per non parlare di cosa succede dentro i ministeri e nell’esercito: gli arresti dei militari sono quasi novemila, tra questi 123 generali e ammiragli; licenziati 1500 dipendenti del ministro delle finanze; all’interno della stessa struttura del Primo Ministro sono stati espulsi 247 dipendenti.

Sono cifre che non hanno bisogno di commenti. Oltre a tutto questo la sospensione della Convenzione dei Diritti umani.

E’ chiaro che a Erdogan delle minacce dell’Europa e di un ingresso della Turchia nell’Unione importa ben poco. Dalla sua ha una micidiale arma di ricatto che è la gestione dei profughi, che nemmeno sono considerati tali, sono solo “ospiti temporanei”. L’ accordo UE Turchia ci ha visto sempre critici e dovrà essere rivisto.

Siamo consapevoli del fatto che la Turchia è un alleato strategico in un area di primaria importanza geopolitica, ma non possiamo assolutamente tollerare azioni non compatibili con la civiltà giuridica europea. Anche la Realpolitik ha i suoi  limiti. E lo Stato di diritto i suoi doveri.