mercoledì 18 Gennaio 2017

Migranti, non serve raddoppiare i CIE


Dichiarazione di voto sulle mozioni concernenti iniziative in materia di gestione dei flussi migratori

 

Grazie, signor Presidente. CIE in tutte le regioni: è stata la notizia che ha accompagnato le prime giornate di lavoro del nuovo Ministro dell’interno. In tanti hanno forse pensato che raddoppiare i CIE significasse raddoppiare le espulsioni. Sappiamo che non è così, perché le possibili soluzioni in tema di gestione dei flussi migratori sono molto più complesse, perché non ci sono soluzioni semplici a dei problemi complicati. Trovo positivo che il nuovo Ministro dell’Interno abbia iniziato la sua attività andando a visitare i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo; sappiamo, però, che non sono quelli i Paesi di origine dei migranti. La costa del Mediterraneo, in particolare quella libica, è sì partenza per la traversata, ma è soprattutto punto di arrivo di un lungo viaggio, ancor più pericoloso della traversata, che pure ha visto morire migliaia di persone in mare. Pare che nelle tasche di una di queste sia stata trovata una lettera scritta alla sua compagna. Ne riporto dei pezzi: «Per favore, non morire, io ce l’ho quasi fatta. Dopo mesi e giorni di viaggio sono arrivato in Libia. Domani mi imbarco per l’Italia; se mi salverò, ti prometto che farò tutto quello che mi è possibile per trovare un lavoro e farti venire in Europa da me. Se leggerai questa lettera, io sarò salvo e noi avremo un futuro». L’autore si chiama Samir, un egiziano di vent’anni arrivato cadavere a Pozzallo. Sappiamo bene che la regola è garantire accoglienza a chi ha titolo, essendo inflessibili con chi non ha i requisiti per rimanere nel nostro Paese, ma sfido chiunque a distinguere, senza sbagliare, nelle migliaia di persone che arrivano, tra gli aventi e i non aventi diritto, visto che, come ha detto il Presidente Mattarella, si tratta di flussi sospinti da guerra, violenze, squilibri ambientali e sociali e ingiustizie. Dobbiamo accettare – per qualcuno vale il termine rassegnarci – il fatto che questo problema ci apparterrà per anni e dovremo avere la pazienza che richiedono le soluzioni difficili. Possiamo accoglierli tutti ? Certo che no! Ma tentare di ridurre le ingiustizie delle politiche semplificatrici è il minimo che possiamo fare, e questo richiede sforzi immani e lavoro sistematico per anni. Voteremo secondo le indicazioni date dal Governo.