venerdì 27 Gennaio 2017

Meno figli più migranti, conferenza di Antonio Golini


 

“Se si parla di declino del nostro Paese, non si può prescindere dal fenomeno del calo demografico, una perdita secca, continua. a stento compensata dall’arrivo di immigrati e dal contributo che questi ultimi danno alla natalità. Di questo fenomeno conosciamo gli effetti, anche quelli che si verificheranno in un futuro più o meno prossimo, ma quando si tratta di capirne le ragioni, ritrovarne le radici e pensare a possibili rimedi, abbiamo bisogno dell’aiuto di esperti”. Lo ha detto Pia Locatelli introducendo la conferenza del sociologo Antonio Golini, “Meno figli più migranti”. L’incontro, che si è svolto a Bergamo nella Sala Zaninoni del Mutuo soccorso, ha concluso il ciclo di dibattiti “Il declino italiano. Origini e vie di uscita” organizzato dal Centro culturale NuovoProgetto e dalla Fondazione A.J. Zaninoni.

“I dati statistici – ha aggiunto Pia Locatelli – sono eloquenti e non riguardano solo l’Italia, ma tutta l’Europa la cui definizione di Vecchio Continente, sta diventando ogni giorno più azzeccata. Il calo delle nascite riguarda tutti i Paesi industrializzati, ma l’Italia sta peggio degli altri. Oggi assieme al fenomeno del calo demografico siamo alle prese con quella che viene definita emergenza migranti ma che poi è un’emergenza fino a un certo punto perché era ampiamente prevedibile e prevista.

La coincidenza dei due fenomeni (calo nascite e flussi migratori ) è tale solo in parte perché possiamo anche ipotizzare che se il primo dei due è anche dovuto a un cambiamento strutturale degli stili di vita, quello del secondo deriva da un non-sviluppo o da uno sviluppo distorto. È come il fenomeno dei vasi comunicanti, tendono a equilibrarsi. Qui c’è una popolazione in diminuzione, lì è in crescita. Qui ci sono risorse, lì no”.

“Dobbiamo indagare e comprendere a fondo la realtà e poi c’è anche il tema delle risposte da dare – è più compito della politica che delle istituzioni culturali.

E la politica deve svolgere il suo ruolo, che non può essere al servizio di una lettura ideologica, riduttiva e semplicistica dei fenomeni, come farebbe pensare la campagna del ‘Fertility day’, come se la scelta di mettere al mondo un figlio oggi in Italia fosse solo osoprattutto una questione volontaristica, se si potesse risolvere come un’opzione tra una vacanza in Sardegna oppure cambiare l’auto. Per capire servono competenze e per questo abbiamo invitato Antonio Golini. professore di Demografia presso l’Università La Sapienza di Roma e uno dei più autorevoli esperti internazionali di demografia. Le sue ricerche si sono concentrate in particolare sui flussi migratori interni e internazionali e sull’invecchiamento della popolazione”.


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