mercoledì 24 Febbraio 2016

Intendimenti del Governo in merito alla situazione politica e militare in Libia


LOCATELLI e PASTORELLI. – Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.– Per sapere – premesso che:
pare essere in continua crescita la presenza in territorio libico delle milizie e dei quadri dirigenti di Daesh a seguito delle disfatte subite in Siria per l’offensiva delle forze della coalizione anti-Isis;
una parte considerevole del flusso di migranti diretti verso il territorio italiano origina dalle coste libiche e che Daesh utilizza o può utilizzare questa marea di disperati per ottenere un guadagno illecito nel traffico di esseri umani o anche per trasferire i suoi uomini in Italia e in Europa;
sono presenti in territorio libico importanti infrastrutture energetiche che fanno capo ad aziende italiane e ciò crea un rapporto di dipendenza dall’esportazione di gas e petrolio dalla Libia verso l’Italia e l’Europa;
permangono profondi legami umani, culturali, economici che legano l’Italia alla Libia e che comportano responsabilità nei confronti di questo sfortunato Paese e della sua gente;
va tenuto conto della recente azione militare americana – la prima di dominio pubblico e condotta con aerei e non con droni – contro un campo di addestramento di Daesh nei pressi di Sabrata e dell’esito delle lunga mediazione condotta dai due inviati speciali dell’Onu per giungere alla formazione di un Governo di emergenza nazionale;
si è appresa in queste ore dai media la notizia della decisione del Governo di concedere le piste di Sigonella ai droni armati americani in Libia e nel nord Africa contro Daesh, previa autorizzazione del Governo italiano caso per caso –:
quali siano gli strumenti economici, diplomatici e militari che il Governo italiano può utilizzare per convincere le parti a trovare un accordo equilibrato e duraturo per risolvere il problema dell’assenza di un Governo nazionale in Libia e, nel caso in cui non si dovesse arrivare ad un accordo con il Governo riconosciuto di Tobruk per la nascita di un Governo di emergenza nazionale, in assenza di un parallelo accordo con il Governo di Tripoli e con le altre parti in causa, se l’Italia sia comunque pronta a difendere i suoi interessi strategici in Libia e a limitare la presenza delle milizie di Daesh anche con un intervento di carattere militare.