giovedì 31 Ottobre 2013

Inquinamento acque a Catanzaro e Vibo


 

Interrogazione a risposta scritta 4-02359

presentato da

LOCATELLI Pia Elda

testo di

Giovedì 31 ottobre 2013, seduta n. 109

  LOCATELLI. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:

la diga sul torrente Alaco, situata nel territorio delle province di Catanzaro e Vibo Valentia, ha rappresentato negli anni un caso esemplare di sprechi ed inefficienze: lavori infiniti, finanziamenti bloccati, costi lievitati a dismisura fino ad arrivare all’odierna cifra di 160 miliardi delle vecchie lire, a fronte dei 15 miliardi stimati nel 1970;

oggi, le sue acque, che vengono utilizzate per il rifornimento idrico ad uso domestico di numerosi comuni del territorio, rappresentano un potenziale pericolo per la salute della popolazione;

infatti, come riportato da diverse inchieste giornalistiche, tra le quali quella dal titolo «Acquaraggia» trasmessa da RAI 3 nel 2012 nell’ambito del Programma Crash, l’invaso della diga, di per sé non idoneo ai contenimento di acqua da destinarsi a potabilizzazione per la presenza di alti tassi di ferro e manganese, non è stato mai bonificato adeguatamente;

il materiale che vi era presente prima del suo riempimento — legname ma anche rifiuti di ogni tipo — non è mai stato rimosso. Non è un caso, quindi, se i valori di ammoniaca, cloriti e batteri siano spesso oltre i limiti di legge;

numerosi sono gli abitanti della zona, nel corso del tempo, hanno denunciato strani traffici di camion carichi di materiale di natura non nota che veniva depositato nell’invaso prima del suo riempimento;

tale circostanza è stata, nel frattempo accertata, risultando essere dei camion di proprietà dell’azienda Coccimiglio S.n.C di Amantea di Cesare Coccimiglio, che è stato rinviato a giudizio dal g.u.p di Paola (CS) per aver interrato rifiuti tossici/radioattivi nella valle del fiume Oliva;

malgrado le criticità evidenziate, molte amministrazioni comunali hanno deciso di mantenere la potabilità dell’acqua nei loro rispettivi comuni. Si è assistito persino in passato ad un’ordinanza del sindaco del comune di Simbario che ha dichiarato le acque provenienti dalla diga non utilizzabili per uso alimentare;

a tutt’oggi, nulla sembra essere cambiato, nonostante il sequestro preventivo dell’invaso disposto il 17 maggio 2012 dalla procura di Vibo Valentia, la quale ha inoltre emesso 26 avvisi di garanzia per avvelenamento colposo di acque verso i vertici e dirigenti di So.Ri.Cal., società, oggi in liquidazione, che ha gestito l’invaso;

la popolazione delle Serre calabre, in tanta incertezza, ancora oggi si serve delle fontanelle sparse per i boschi per bere e per cuocere i cibi, mentre usa l’acqua dell’acquedotto per usi igienici –:

se non si ritenga urgente e necessario, stante l’evidente pericolo per la salute pubblica, intervenire con tutti gli strumenti necessari, anche promuovendo verifiche da parte del Comando carabinieri per la tutela dell’ambiente e del Comando carabinieri per la tutela della salute, al fine di accertare la situazione attuale per quanto riguarda la potabilità dell’acqua proveniente dalla diga sul torrente Alaco e se la stessa contenga o no, allo stato attuale, tracce di metalli e di sostanze tossiche o radioattive;

nel caso tali accertamenti dovessero dare esito positivo, come si intenda intervenire affinché sia immediatamente messa in salvaguardia la salute pubblica.

(4-02359)