mercoledì 11 Settembre 2013

Iniziative in relazione alla crisi siriana


11 settembre 2013 Mozioni Grande ed altri n. 1-00113, Migliore ed altri n. 1-00177, Speranza, Brunetta, Dellai e Pisicchio n. 1-00178 e Giorgia Meloni ed altri n. 1-00179: Iniziative in relazione alla crisi siriana

 

Signor Presidente, la comunità internazionale, noi compresi, è stata in grave ritardo nell’affrontare il tema della Siria, se pensiamo che le prime proteste governative risalgono a due anni e mezzo fa. Il regime però ha ignorato completamente le richieste, reagendo con brutalità: più di centomila vittime, due milioni di rifugiati nei Paesi vicini e cinque milioni di internally displaced people, su una popolazione di 24 milioni. Guerra civile, perché la situazione è degenerata in continuazione, e, in questa guerra civile, sono emerse anche presenze inquietanti di gruppi di indirizzo estremista purtroppo a fianco dell’opposizione democratica siriana. Tragedia su tragedia, fino all’apice dell’uso delle armi chimiche in un attacco che ha portato alla morte di 1.400 innocenti. Un crimine contro l’umanità che non può essere ignorato, tant’è che l’ONU ha incaricato i suoi ispettori di individuarne i responsabili. Non è certo compito facile e non aiuta ad essere oggettivi il fatto che la Siria risulti essere il Paese con il più consistente stoccaggio di armi chimiche e che sia uno dei cinque Paesi che non hanno né firmato né ratificato la Convenzione che le proibisce.

Noi socialisti abbiamo tirato un sospiro di sollievo nell’apprendere che l’Unione europea è riuscita a superare le sue divergenze, grazie anche al contributo italiano, e sposiamo con convinzione la posizione espressa dalla Ministra degli esteri, Emma Bonino, secondo la quale non dovremmo mai perdere di vista due riferimenti irrinunciabili: il diritto internazionale, e quindi l’imprescindibilità di una decisione a livello di Nazioni Unite, e gli interessi nazionali, tra cui quello di garantire pace, stabilità e diritti umani, privilegiando i mezzi pacifici diplomatici, anche se la strada è in salita. Ma, come ha detto il Presidente del Consiglio, lo spazio per una soluzione alternativa esiste, anche se difficilissima. Chiediamo quindi – le chiedo ancora un minuto, Presidente – che il Governo si faccia promotore di un’azione perché il Consiglio di sicurezza dell’ONU imponga a tutti i contendenti, sulla base dell’articolo 39 della Carta, un cessate il fuoco alle parti. Chiediamo al Governo di operare affinché la UE faccia pressione sui Paesi vicini alle parti antagoniste – Iran e Russia da un lato, Turchia, Arabia Saudita e Qatar dall’altro – ad esercitare azione di convincimento, perché accettino un compromesso che garantisca tutte le diverse presenze, comprese le minoranze. E, infine, e con grande forza, chiediamo di continuare a sostenere, come obiettivo dell’azione dell’Unione europea in seno alle Nazioni Unite, il conseguimento del seggio europeo nel Consiglio di sicurezza.