martedì 25 Novembre 2014

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne


25 novembre 2914 Nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

 

Da 15 anni celebriamo questa giornata per eliminare la violenza. Ma è cambiato qualche cosa in questi 15 anni ? Ce lo auguriamo, lo speriamo. E intanto un fatto positivo: la parola femminicidio, che fino a poco tempo fa non c’era, nomina un tragico fenomeno, quello delle donne uccise in quanto donne. E le cose, se non sono nominate, è come se non esistessero. Ecco, se ora diciamo «femminicidio», tutti sanno di quale tragedia parliamo.

Qualcuno dice che la violenza sulle donne è aumentata, forse anche a causa del tanto parlarne.

È difficile dire se i numeri che crescono siano dovuti davvero ad un aumento dei casi di violenza o ad una maggiore consapevolezza che aiuta l’emersione di un fenomeno sinora tenuto quasi completamente nascosto. Quante cadute dalle scale hanno nascosto drammi ben diversi ! Continuiamo ad interrogarci sulle cause della violenza e se si va al nocciolo, all’essenza, vediamo che le cause sono radicate nelle reazioni storicamente ineguali tra uomini e donne e nel pregiudizio culturale della superiorità del maschio sulla femmina (leggi Erdogan). Questo disequilibrio radicato nei secoli ora sta saltando perché c’è uno sfasamento tra il desiderio di libertà delle donne e la difficoltà degli uomini ad accettare questa libertà. Perché le donne camminano più rapidamente degli uomini nel percorso di libertà, un percorso che gli uomini fanno fatica ad accettare. Ma, forse, noi donne non li abbiamo aiutati a capire che liberamente insieme è meglio che insieme per forza o con la forza.

Non vogliamo una giornata celebrativa, così come non vogliamo accusare gli uomini violenti e basta, ma una giornata utile alla causa. E facciamo un brevissimo bilancio. Certo, abbiamo ratificato la Convenzione di Istanbul, strumento preziosissimo, se usato. Ma l’abbiamo usato ? Abbiamo approvato all’unanimità una mozione ricca di impegni, ben quindici. Ma cosa abbiamo fatto per dare loro concretezza ? Abbiamo approvato la legge contro il femminicidio trasformando un testo soprattutto punitivo in un testo più completo. Ma il piano contro la violenza in esso contenuto, pur con tutti i suoi limiti, anche finanziari, che fine ha fatto ? Dovevamo «vestire» la ratifica della Convenzione di Istanbul adeguando l’ordinamento interno alle sue prescrizioni. Ma a chi spettava prendere l’iniziativa ? Dovevamo «dare le gambe» agli impegni della mozione votata, ma a chi spettava occuparsene ? Dovevamo preparare il piano antiviolenza, ma a chi spettava predisporlo ? Il fatto è che manca una figura di riferimento nel Governo, pur ricco di presenze femminili certamente, ma ciascuno con dei compiti e delle deleghe specifiche.

E chiudo: c’è bisogno di una Ministra dedicata, con proprie deleghe, senza la quale viene inevitabilmente a mancare quell’attenzione necessaria per portare avanti efficaci e continuative politiche per promuovere la parità e prioritariamente per contrastare la violenza in tutte le sue forme. E c’è bisogno di un’alleanza pro donne, che coinvolga tutti e tutte, uomini e donne, che promuova la consapevolezza che insieme per scelta è meglio, molto, molto meglio che insieme per forza o con la forza.