giovedì 5 Dicembre 2013

Gasdotto in Puglia


Atto Camera

 

Ordine del Giorno 9/01710/002

presentato da

LOCATELLI Pia Elda

testo di

Giovedì 5 dicembre 2013, seduta n. 132

La Camera,

premesso che:

l’accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto «Trans Adriatic Pipeline», stipulato ad Atene il 13 febbraio 2013, prevede, appunto, la realizzazione del gasdotto trans-adriatico che dovrebbe connettere l’Italia con la Grecia attraverso l’Albania, al fine di consentire l’afflusso di gas naturale proveniente dalla zona del Caucaso;

l’area interessata all’approdo del gasdotto, il Comune di Melendugno, è particolarmente interessante da molti punti di vista: agricolo (1.400 ulivi protetti), ambientale (barriera coralligena, area dove vivono tartarughe e delfini), artistico (area di rispetto di una villa romana, presenza di dolmen), tant’è che lì insistono sette siti d’importanza comunitaria secondo la direttiva europea Habitat;

il prof. Dino Borri, docente di ingegneria del territorio al Politecnico di Bari, nonché consulente di parte per il Comune di Melendugno, ha evidenziato, in una audizione informale presso la Commissione esteri della Camera, le incongruenze e la debolezza delle garanzie offerte ai cittadini del territorio interessato dall’approdo del gasdotto;

in particolare il professore ha denunciato, tra le altre cose, l’assenza di uno studio sul suolo nella documentazione relativa alla VIA, che invece avrebbe dovuto essere obbligatorio, tenuto conto oltretutto delle zone ad altro rischio sismico nelle quali il gasdotto sarà posizionato in Grecia ed Albania;

sul progetto vi è stata e vi è una forte opposizione sia da parte dell’amministrazione locale che degli abitanti che nutrono forte preoccupazioni sul ritorno negativo che tale opera potrebbe avere sul loro territorio;

ovviamente l’opposizione manifestata non si riferisce all’importanza strategica di quest’opera ma ai criteri con i quali si è deciso il suo posizionamento;

stante questa situazione, è difficile comprendere i criteri che hanno portato alla scelta di tale territorio come terminale finale del gasdotto;

in tal senso, è comprensibile la forte preoccupazione che stanno vivendo le popolazioni e le amministrazioni locali che vedono avvicinarsi dei pericoli per la fragile economia locale a causa di una scelta che sono stati costretti a subire;

appare necessario, di conseguenza, provare a trovare una strada che sappia conciliare due interessi, quello generale del Paese ad avere una bolletta energetica più leggera e sicura, legato a quello della credibilità internazionale che ci vincola al rispetto degli obblighi assunti, con quello della sostenibilità ambientale, che deve avere tutta l’attenzione necessaria;

in tal senso, pure se appare difficile conciliare interessi che possono sembrare tra loro confliggenti, è necessario fare tutti gli sforzi possibili per realizzare questa conciliazione,

impegna il Governo

ad assicurare d’intesa con la regione Puglia un confronto con tutte le parti interessate, anche istituzionali, nell’ambito del dibattito pubblico avviato, al fine di trovare una soluzione condivisa, tenendo conto delle preoccupazioni espresse dalle amministrazioni locali e dalle popolazioni.

9/1710/2. (Testo modificato nel corso della seduta) Locatelli, Di Gioia, Di Lello, Pastorelli.