martedì 7 Gennaio 2014

Famiglia. Ancora una volta in ritardo sui diritti civili


“Ancora una volta c’è voluto un intervento esterno, in questo caso la sentenza della Corte europea che ha condannato l’Italia per il fatto che nel nostro paese i coniugi non hanno la possibilità di dare ai propri figli e alle proprie figlie solo il cognome della madre, per segnalare i nostri ritardi per quanto riguarda i diritti civili”.
Lo afferma Pia Locatelli, presidente onoraria dell’Internazionale socialista donne e deputata del Psi.
“Ora è necessario adeguare al più presto la legge italiana facendo in modo che sancisca una vera parità tra il padre e la madre nella scelta del cognome da dare al proprio figlio e alla propria figlia.
E’ uno di quegli interventi a costo zero che ci metterebbero al passo con l’Europa e, pur non rientrando nel programma di governo, lancerebbero un segnale di vero cambiamento.
Così come l’esame e l’approvazione di quelle proposte presentate in Parlamento, dai diritti delle coppie di fatto, alla legge sul testamento biologico, che ancora devono essere calendarizzate.
Per non parlare poi  -ha concluso la deputata socialista – delle legge contro l’omofobia, approvata dalla Camera e ancora ferma al Senato, sulla quale siamo in ritardo di oltre vent’anni”.