mercoledì 25 Maggio 2016

Esame del decreto sulla funzionalità del sistema scolastico


Dichiarazione di voto

Il provvedimento oggi in esame mette in evidenza ancora una volta l’attenzione del Governo nei confronti dell’educazione, della ricerca e del sistema scolastico italiano. Dopo anni l’Italia ha messo finalmente al centro della sua azione la cultura e lo fa attuando disposizioni essenziali per il settore dell’istruzione e delle ricerca. Un testo che interviene con urgenza per delineare e correggere alcuni punti rimasti in sospeso con la legge sulla Buona scuola e la completa con misure qualificanti. E in esso vediamo tante luci e qualche ombra.

Metto in fila alcuni punti qualificanti di questo provvedimento, non in ordine di importanza degli stessi:

Primo fra tutti il sistema della formazione superiore e della ricerca: il provvedimento finanzia con tre milioni la stabilizzazione della scuola di dottorato internazionale Gran Sasso, che rappresenta un’iniziativa importante per il mondo della ricerca ma anche per il territorio abruzzese e per quello nazionale. Questa scuola potrà avviare la sua attività di ricerca come la SISSA di Trieste e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Secondo punto: il completamento del programma “Scuole Belle”, cioè il prolungamento del progetto sino al 30 novembre, con l’ulteriore stanziamento di 64 milioni di euro: è un programma che assicura la funzionalità e la manutenzione ordinaria delle scuole, come la tinteggiatura, la sostituzione di infissi, che sembrano piccole cose ma chi sta nelle scuole sa quanto il “decoro” sia importante, e lo svolgimento dei servizi di pulizia e ausiliari nelle scuole che hanno appaltato a ditte esterne. Non si prorogano i contratti, ma li si rifinanzia fino alla scadenza già prevista, dando la possibilità di indire nel frattempo le nuove gare, senza violare le disposizioni dei contratti pubblici, di ultimare i tanti interventi già iniziati sulla qualità degli edifici e sull’occupazione del personale di servizio scolastico già operante.

Altri elementi positivi: la possibilità di prorogare l’assegnazione provvisoria oltre il termine previsto, senza che questo comporti un aumento delle supplenze, si cambia solo il luogo nel quale un o una supplente viene nominata; il venir meno della disparità di trattamento per chi aveva superato il concorso per la scuola dell’infanzia; il tempestivo pagamento, cioè entro trenta giorni dopo il mese delle supplenze, delle somme spettanti al personale della scuola per incarichi di supplenza breve e saltuaria; la rimozione del blocco dei corsi di specializzazione delle professioni non mediche.

Più che opportuna, anzi profondamente giusta, la misura che destina anche ai diciottenni stranieri con regolare permesso di soggiorno la carta digitale di 500 euro per le attività culturali. Un bel segnale di inclusione sociale che testimonia la sensibilità dell’Esecutivo verso il tema dell’integrazione, che è bene che parta dalle giovani generazioni. E’ un investimento a lungo temine su 25000 Ragazzi e ragazze con regolare permesso di soggiorno.

Altrettanta giusta l’esclusione dal calcolo dell’ISEE delle borse di studio che vengono assegnate sulla base del merito e insieme del bisogno. Non si può togliere con le tasse quello che si è dato sulla base sì del merito ma anche del bisogno. Bene.

Dicevo di molte luci e di alcune ombre all’inizio della dichiarazione di voto: cosa non ci piace di questo provvedimento: la corresponsione di un contributo alle scuole private/paritarie di mille euro per alunno con disabilità nel limite di 12,2 milioni di euro annui.   Noi socialisti, da sempre a favore della scuola pubblica e contro le risorse alle private/parificate, consideriamo negativo questo finanziamento, in contraddizione con quanto afferma la Costituzione. Qualcuno nella discussione generale ha invocato l’articolo 3 della Costituzione a giustificazione di questo finanziamento; noi ci riferiamo invece all’articolo 33: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione (3), senza oneri per lo Stato “(4).E so già che il collega Buttiglione, se mi ascolta, dirà che istituire è diverso da “mantenere e gestire”, ma noi pensiamo che il messaggio dei costituenti era…complessivo. A maggior ragione siamo contrari dopo che il governo ha respinto l’odg presentato dalla collega Brignone che chiedeva l’impegno del governo per lo stanziamento di un pari contributo per gli alunni con disabilità delle scuole statali.

Infine un’altra nota positiva, su cui si è giustamente soffermata la collega Binetti rispetto al sistema integrato di educazione e di istruzione per la fascia di età da zero a sei anni.

La collega Binetti parla di una sorta di rivoluzione perché nel provvedimento si spostata l’attenzione dalla risposta al bisogno dei genitori alla risposta al bisogno dei bambine e bambine. Ha ragione. Ma perché l’ottica era tutto “spostata “ prima sulle famiglie. Per la vertità l’ottica era spostata sul tasso di occupazione femminile perchè dopo il lancio della strategia di Lisbona del 2000 della Ue che prevedeva un aumento dell’occupazione femminile, la commissione UE sia accorse che il dato rimaneva immobile e allora si preoccupo’ di trovare cause e soluzioni e le trovo’ nella mancanza di servizi a l’infanzia, asili nidi e scuole materne. Da qui “obiettivi di Barcellona”, convenuti dai leader dell’UE nel 2002, l’assistenza all’infanzia dovrebbe essere fornita al 90% dei bambini fra i tre anni e l’età dell’obbligo scolastico e al 33 % dei bambini al di sotto dei tre anni.

Da qui l’ottica un po’ distorta o quantomeno parziale nella insistenza sull’offerta dei servivi. Ci sono però l’una e l’altra cosa: E’ bene, anche per il PIl che aumenti l’occupazione femminile, è bene per le donne ma è bene anche e forse soprattutto per bambini e bambine che frequentino i nidi e le scuole dell’infanzia realizzando quell’integrazione sociale della diversità anche del multiculturalismo di cui ha parlato la collega Binetti nel suo intervento.

Sottolineando in particolare quest’ultimo punto del provvedimento, dichiaro il voto favorevole della componente socialista.