domenica 4 Ottobre 2015

Diritti del fanciullo


Ratifica ed esecuzione del Protocollo opzionale alla Convenzione sui diritti del fanciullo che stabilisce una procedura di presentazione di comunicazioni, adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite

 

Discussione generale

Relatrice. Signor Presidente, il 19 dicembre 2011 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato il Protocollo sulla «procedura di presentazione di comunicazioni» che prevede, per la priva volta, dei rimedi contro le violazioni dei diritti fondamentali dei e delle minori, riconosciuti dalla Convenzione sui diritti del fanciullo.

Il Protocollo è inteso a rafforzare la salvaguardia dei loro diritti attraverso la presentazione di segnalazioni o di vere e proprie denunce al Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, colmando una grave lacuna che indeboliva una piena attuazione di questo testo convenzionale rispetto a quanto accade per le altre convenzioni sui diritti umani in ambito ONU.

Questa Convenzione, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989, costituisce il principale strumento di diritto internazionale posto a tutela dei diritti dell’infanzia, cui aderiscono 194 Paesi, fra cui l’Italia, che ha proceduto alla sua ratifica nel 1991.

Ad oggi il Protocollo risulta essere stato sottoscritto da 44 Paesi e ratificato da 14. L’Italia, che è stata fra i primi firmatari del documento, si era impegnata a ratificarlo entro il settembre del 2013, quindi con due anni di ritardo.

Nel merito: la prima parte del Protocollo, suddiviso in quattro parti, stabilisce che le nuove competenze attribuite al Comitato potranno da questo essere esercitate unicamente nei confronti degli Stati parte al Protocollo medesimo e non potranno riguardare disposizioni contenute in strumenti internazionali di cui lo Stato non sia parte. Si enuncia il principio del «best interest of the child», che deve guidare le attività del Comitato.

La seconda parte del Protocollo contiene le disposizioni di sostanza, essendo dedicata alle procedure di «comunicazione», procedure di due tipi, individuali ed interstatali.

Per quanto concerne le prime, possono presentare ricorso soggetti minori a titolo individuale, o a titolo collettivo, con riferimento a tutti i casi di violazione della Convenzione e dei primi due Protocolli opzionali (ricordo che in totale i Protocolli sono tre).

Relativamente alle procedure di comunicazione interstatali, l’articolo 12 prevede che ciascuno Stato Parte possa – sottolineo «possa» perché non è un obbligo –, in qualsiasi momento, dichiarare di accettare la competenza del Comitato a ricevere comunicazioni in cui uno Stato sostenga che un altro Stato non stia adempiendo i propri obblighi.

A tale riguardo preannuncio la presentazione di un ordine del giorno inteso ad impegnare il Governo a presentare direttamente, all’atto della ratifica, tale dichiarazione facoltativa, intesa a ricevere le segnalazioni di altri Stati, perché ce lo sollecitano le organizzazioni del terzo settore che si occupano attivamente dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

La parte terza del Protocollo disciplina le procedure di inchiesta per violazioni gravi o sistematiche e la quarta parte attiene alle disposizioni finali vertenti aspetti di natura prevalentemente procedurali.

Nel sollecitare una rapida approvazione di questo Protocollo, più volte auspicata dalle associazioni attive nella promozione e nella tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, segnalo che la sua ritardata ratifica da parte del nostro Paese ha rappresentato una delle criticità a carico emerse nel corso della revisione periodica universale svoltasi presso il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra nell’ottobre dell’anno scorso.

Per questa ragione dobbiamo approvarlo subito ed approvarlo nella sua accezione più ampia.

 

Dichiarazione di voto

 

Abbiamo già parlato del ritardo di quattro anni. Si tratta di un ritardo assolutamente imbarazzante. Proprio per non ritardare ulteriormente questa ratifica, abbiamo evitato di presentare emendamenti al testo che ci è stato trasmesso dal Senato.

Non abbiamo presentato emendamenti, ma un ordine del giorno, sottoscritto da me e dalla collega Zampa, per dare completezza all’impegno che ci assumiamo con questa ratifica. Con questo ordine del giorno avevamo chiesto al Governo una sorta di ratifica ampia, cioè di provvedere anche alle dichiarazioni opzionali che ci permetteranno di ricevere segnalazioni da altri Stati, come previsto dall’articolo 12, e – come secondo punto – di consentire nei propri confronti la procedura di inchiesta in caso di violazioni gravi e sistematiche, come previsto dall’articolo 13.

Una ratifica come questa ha naturalmente un valore sostanziale, perché accettare il protocollo consente di implementare questa Convenzione.

Ma ha anche un valore simbolico perché approviamo questo protocollo oggi, proprio a pochi giorni di distanza dal 20 novembre, che è la ricorrenza della Giornata mondiale per l’infanzia.

A proposito di questa giornata, credo che potremmo celebrarla con un impegno da parte di questo Parlamento, ma anche di questo Governo, a diffondere il contenuto del Protocollo e ad informarci tutti su questo contenuto.