lunedì 27 Luglio 2015

Dimissioni Letta, migrazione “forzata”


Prendo la parola per dichiarare il mio voto favorevole alle dimissioni del collega Enrico Letta, voto motivato dal fatto che non si possono ostacolare i progetti di vita di una persona, in particolare quando questi progetti di vita sono ambiziosi, aprono prospettive larghe, comportano la presenza italiana nel mondo in ambiti qualificati. È questo il caso del collega Letta, che andrà a dirigere Sciences Po, è stato il caso, alcune settimane fa, del collega Pistelli, che continuerà a occuparsi di politica estera per il nostro Paese, seppur con un incarico diverso, quello all’ENI. In pochi giorni, a distanza le une dalle altre, siamo chiamati a votare a favore delle dimissioni dei due colleghi che abbiamo apprezzato per serietà, competenza, rigore ed impegno. Non possiamo che accoglierle, ma lo faccio con un certo rammarico che non voglio nascondere. Credo che in entrambi i casi si tratti di migrazioni un po’ forzate, e ne sono dispiaciuta. Quando, a proposito dei nostri ricercatori e delle nostre ricercatrici, si parla di cervelli in fuga all’estero, sostengo sempre che è bene che i cervelli italiani possano andare nel mondo, ma anche in quel caso con una nota di rammarico, che la loro possa essere una migrazione forzata dalla mancanza di condizioni per svolgere il proprio lavoro di ricerca nel nostro Paese, con la conseguenza che quasi mai tornino. Anche in quel caso si tratta spesso di migrazioni un po’ forzate. Auguri di buon lavoro e di successo, caro Enrico.