martedì 7 Febbraio 2017

Commemorazione di Lelio Lagorio


Nella vita del socialista Lelio Lagorio la politica ha contato sempre molto e non c’è dubbio che abbia vissuto la sua militanza nelle fila del Partito Socialista Italiano con grande passione, partecipazione e con una profonda e originale elaborazione dei contenuti.

Iniziò giovanissimo, assumendo ruoli e incarichi di responsabilità via via maggiori, da sindaco di Firenze a presidente della Regione toscana, a parlamentare nazionale ed europeo, a ministro della Repubblica, a primo Vice-Presidente dell’Unione dei partiti socialisti della Comunità Europea, antesignana del Partito del Socialismo Europeo.
Uomo di cultura, Lagorio è stato sempre un convinto assertore del metodo riformista per un partito socialista  che voleva politicamente autonomo, soprattutto nei confronti del Partito comunista. Una linea che ha poi assunto importanza e concretezza crescenti proprio nell’esercizio delle sue responsabilità di governo.

Come primo socialista a guidare il ministero della Difesa lasciò un’impronta decisa che gli valse un unanime riconoscimento, sia nella gestione del dicastero lanciando l’iniziativa delle ‘caserme aperte’ per celebrare la Festa della Repubblica riavvicinando la cittadinanza agli uomini in divisa, sia dando un contributo essenziale alla svolta che portò alla fine della Guerra Fredda.

Mi riferisco alla vicenda della dislocazione degli euromissili, in Italia, in Gran Bretagna e nella Germania ovest, una decisione che consentiva alla Nato di rispondere efficacemente alla pressione che Mosca stava esercitando con lo schieramento dei missili SS20 ai confini europei. Una scelta che contribuì a riportare i sovietici al tavolo delle trattative fino alla firma del Trattato INF tra Reagan e Gorbaciov nel 1987 a Washington. Una decisione che in Italia, come nel caso della scala mobile, fu aspramente contrastata dal Pci, ma che consentì al nostro Paese, di assumere un più alto e netto profilo internazionale.

La forza con cui il Governo italiano si sarebbe contrapposto qualche anno dopo a quello statunitense nella vicenda di Sigonella, derivava anche dall’aver dimostrato prima coerenza nel rispetto dei valori della libertà e della democrazia, sempre e dovunque, una linea che in Lelio Lagorio trovava un convinto assertore e un originale interprete. Un’eredità che ricordiamo oggi in quest’Aula e che ci piacerebbe non venisse dispersa.