Stampa – Pia Locatelli http://www.pialocatelli.info Una Socialista europea alla Camera per una Sinistra europea al Governo Fri, 30 Mar 2018 08:35:28 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.0.3 Questo sito non è più aggiornato http://www.pialocatelli.info/questo-sito-non-e-piu-aggiornato/ http://www.pialocatelli.info/questo-sito-non-e-piu-aggiornato/#respond Fri, 30 Mar 2018 08:31:38 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=6381 Con la fine di questa legislatura questo sito, nato per informarvi sull’attività di Pia Locatelli alla Camera, non verrà più aggiornato. Resterà attivo come archivio del lavoro svolto in questi cinque anni.


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4 marzo, votare è facile: barra la lista “Insieme” alle politiche e alle regionali http://www.pialocatelli.info/4-marzo-votare-e-facile-barra-la-lista-insieme/ http://www.pialocatelli.info/4-marzo-votare-e-facile-barra-la-lista-insieme/#respond Thu, 01 Mar 2018 10:37:47 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=6334 Domenica 4 marzo si vota per la Camera dei Deputati e per il Senato. Vi chiedo di votare la lista INSIEME
– perchè è una lista progressista, laica, ambientalista che che si ispira all’Ulivo, – perchè unisce sotto lo stesso simbolo la storia del socialismo riformista, dell’ ecologismo verde e del civismo di Prodi,
– perchè fa parte della coalizione di centro-sinistra, è alleata con il Partito Democratico ma è diversa dal Partito Democratico.
Per votare la lista INSIEME alla Camera (scheda rosa) e al Senato (scheda gialla) basta fare la croce sul simbolo, così si vota sia la lista INSIEME sia il candidato o la candidata dell’uninominale di tutta la coalizione di centro-sinistra.
In Lombardia si vota anche per la Regione.
La lista INSIEME sostiene la candidatura di GIORGIO GORI presidente.
Per votare la lista INSIEME alla Regione (scheda verde) basta fare la croce sul simbolo, così si vota sia la lista INSIEME, sia Giorgio Gori come PRESIDIENTE

Votare è facile: TRE SCHEDE, TRE VOTI ALLA LISTA INSIEME

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Noi e i robot, convegno dedicato a Silvio Albini http://www.pialocatelli.info/noi-e-i-robot-convegno-dedicato-a-silvio-albini/ http://www.pialocatelli.info/noi-e-i-robot-convegno-dedicato-a-silvio-albini/#respond Sat, 24 Feb 2018 16:44:57 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=6327 I robot stanno entrando in modo sempre più pervasivo nel nostro agire quotidiano dando vita a una vera e propria rivoluzione di carattere etico, sociale, politico, giuridico e antropologico che avrà un profondo impatto sui nostri stili di vita futuri. Il tema è stato al centro del convegno, organizzato dalla Fondazione A.J. Zaninoni e dall’Università di Bergamo “Noi e i robot. Scenari possibili per una nuova società”, che si è svolto  a Bergamo.

I lavori del convegno, sono stati aperti dal rettore Remo Morzenti Pellegrini e dall’onorevole Pia Locatelli, presidente della Fondazione. Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova ha svolto la relazione introduttiva a cui ha fatto seguito una tavola rotonda, coordinata da Sergio Cavalieri, pro rettore dell’Università di Bergamo, che ha visto gli interventi di Brando Benifei, deputato del Parlamento europeo, Luigi Petteni, segretario nazionale Cisl, Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, Franco Giudice, professore di Storia della scienza e Telmo Pievani, filosofo e storico della biologia. Il convegno è stato dedicato a Silvio Albini, imprenditore bergamasco scomparso recentemente e membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Zaninoni.

L’intervento di Pia Locatelli

Ringrazio tutti i presenti per questa numerosa partecipazione, e nuovamente saluto la famiglia Albini che ha accolto in nostro. Questa è la prima iniziativa che organizziamo dopo la scomparsa di Silvio Albini e non potevamo non dedicarla a lui perché con lui l’abbiamo costruita e pensata nell’’ultima riunione del consiglio di amministrazione a cui ha partecipato.

Come sempre avevamo discusso del bilancio e delle attività future, in particolare della nostra intenzione di affrontare il tema degli effetti della robotizzazione sul mondo del lavoro.

Il lavoro, insieme all’Europa e alle pari opportunità, è tema centrale delle nostre attività.

La Fondazione ha tra i suoi scopi lo studio dei trend dell’economia, l’analisi dei meccanismi del mercato del lavoro, la sua complessità ed i suoi processi attuali e futuri. Quindi l’impatto della robotica su mondo del lavoro ci pareva un tema proprio nostro, oltre che di grande attualità.

Avevamo in mente un’ipotesi di lavoro, che si era concretizzata in un primo contatto con Roberto Cingolani, Direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, che immediatamente aveva dato la sua disponibilità.

Ne parlai in consiglio di amministrazione e Silvio fu d’accordo ma… in linea di massima. Poi intervenne con mille domande e qualche perplessità rispetto all’ipotesi di una sorta di lectio magistralis, una lezione frontale. Ci invitò a riflettere sul format più adeguato per un tema che andava ben al di là degli effetti della robotica sul mondo del lavoro perché i dispositivi e i sistemi basati sull’intelligenza artificiale entreranno in modo sempre più pervasivo nella quotidianità della vita, non solo nelle aziende. Sottolineò la necessità di un confronto largo tra persone provenienti da ambiti diversi, certamente le parti sociali, il sindacato, le imprese ma anche l’università. Voleva un confronto con approcci e tra visioni diverse perché (lo cito) “accanto a chi confida nella tecnologia legata alla robotizzazione credendo che questa creerà  tante occasioni di nuovo lavoro c’è chi al contrario intravede scenari catastrofici”. Aveva ben presenti le implicazioni etiche, sociali, politiche, giuridiche e antropologiche che discendono da questa “rivoluzione”.

Il pensiero di Silvio era che non ci sono ancora conclusioni definitive sull’esito di questa rivoluzione, pur dichiarandosi consapevole che nel lungo periodo tutte le grandi rivoluzioni dopo inizi drammatici hanno prodotto esiti positivi. Sulla base delle sue indicazioni convenimmo su un progetto che avesse come base di partenza la relazione di Roberto Cingolani, seguito da una tavola rotonda per consentire approcci e punti di vista diversi. Abbiamo le parti sociali e i filosofi, le istituzioni europee ed il mondo accademico, in un confronto coordinato dal professor Sergio Cavalieri, prorettore della nostra Università con delega all’innovazione e la valorizzazione della ricerca.coordinate. Da questa pluralità partiamo ma non ci fermiamo qui, come ha già detto il rettore.

Questa ricchezza è merito di Silvio, un viaggiatore, un ricercatore, un uomo inquieto alla continua ricerca del meglio.

Gli dedichiamo, quindi questa iniziativa perché sentiamo il dovere di dare seguito al suo contributo alla Fondazione, ma anche alla sua/nostra città, al mondo delle imprese, al tessile, settore in cui lui ha sempre creduto e i risultati del gruppo Albini sono la conferma di questa sua giusta convinzione.

 

Prima di chiudere ho due compiti da svolgere: devo portare il saluto della dr. Patrizia Graziani, dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo che ringraziamo per l’aiuto a promuovere la partecipazione di studenti e studentesse degli istituti Superiori che sono qui presenti con professori e dirigenti scolatici. Abbiamo previsto un attestato di partecipazione che è a disposizione alla fine del convegno.

Devo ringraziare la collega della Camera dei Deputati, Maria Chiara Carrozza, scienziata, già ministra della Pubblica Istruzione, dell’Università e della ricerca, e rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, cui abbiamo ”rubato” -con il suo consenso- il titolo di un suo libro “I robot e noi”, modificandolo per questo convegno, in Noi e i robot. Perché le persone vengono prima dei robot.

E tante altre persone che ci hanno aiutato per questa iniziativa, a partire da Silvio Albini, il cui ricordo affidiamo al suo grande amico Andrea Moltrasio.

 

 

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“Insieme” con Prodi, portiamo avanti lo spirito ulivista http://www.pialocatelli.info/insieme-con-prodi-portiamo-avanti-lo-spirito-ulivista/ http://www.pialocatelli.info/insieme-con-prodi-portiamo-avanti-lo-spirito-ulivista/#respond Thu, 22 Feb 2018 15:36:38 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=6292 “Grande apprezzamento per le parole di Romano Prodi che nel corso dell’iniziativa del 18 febbraio a Bologna ha dichiarato il suo sostegno alla  lista “Insieme”. Il nostro progetto porta avanti i valori dello spirito ulivista, che per ben due volte ha sconfitto la destra”. Lo ha detto Pia Locatelli ricordando che la lista Insieme, pur essendo alleata del PD, è cosa diversa dal Partito democratico.

 

 

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Nigeria, liberate alcune studentesse rapite da Boko Haram http://www.pialocatelli.info/nigeria-liberate-alcune-studentesse-rapite-da-boko-haram/ http://www.pialocatelli.info/nigeria-liberate-alcune-studentesse-rapite-da-boko-haram/#respond Thu, 22 Feb 2018 11:53:54 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=6289 “Grande gioia per la liberazione di alcune delle studentesse nigeriane rapite da Boko Haram. Non abbassiamo la guardia e continuiamo a mantenere alta l’attenzione per ottenere la liberazione di tutte le ragazze!” Lo ha detto Pia Locatelli, commentando la notizia della liberazione di  76 delle studentesse rapite lunedi’ scorso dai miliziani di Boko Haram in una scuola nel villaggio di Dapchi, nello stato nord-orientale di Yobe. Secondo l’emittente radiofonica nigeriana “Npr” risultano al momento disperse almeno 13 studentesse. L’attacco è avvenuto lunedì scorso nel villaggio di Dapchi, dove miliziani armati hanno fatto irruzione nella scuola a bordo di pick-up. Gli spari hanno attirato l’attenzione delle studentesse e delle loro insegnanti, che sono riuscite a fuggire prima che i miliziani facessero il loro ingresso nella scuola saccheggiando la struttura. Per il momento le autorita’ locali non hanno confermato il numero dei dispersi. L’attacco ricorda quello condotto a Chibok nel 2014, che portò al rapimento di oltre 200 studentesse, la maggior parte delle quali è ancora in prigionia.

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Dj Fabo, libertà di scegliere come e quando morire http://www.pialocatelli.info/dj-fabo-liberta-di-scegliere-come-e-quando-morire/ http://www.pialocatelli.info/dj-fabo-liberta-di-scegliere-come-e-quando-morire/#respond Wed, 14 Feb 2018 17:13:37 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=6284 “Una buona notizia: la Corte d’Assise di Milano ha affermato che la condotta di Marco Cappato non ha inciso sulla decisione di Dj Fabo di mettere fine alla sua vita e ha affermato che va “riconosciuta a ciascun individuo la libertà di scegliere come e quando morire”. E’ quanto abbiamo sostenuto con la legge sul testamento biologico approvata in questa legislatura dopo un lungo lavoro di mediazione. Si tratta di un primo importante passo”. Lo afferma Pia Locatelli commentando la decisione del tribunale di Milano che ha sollevato la questione di illegittimità costituzionale del reato di istigazione e aiuto al suicidio nel caso di Fabiano Antoniani che ha scelto di andare a morire in Svizzera dopo essere rimasto costretto a letto in seguito a un grave incidente. “Ora la parola spetta alla Consulta che dovrà pronunciarsi sulla costituzionalità del reato di aiuto al suicidio: ci auguriamo che la sentenza apra le porte a nuovi passi per consentire il diritto a una morte dignitosa”.

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Migranti, non è solo un problema militare serve una strategia globale http://www.pialocatelli.info/migranti-non-e-solo-un-problema-militare-serve-una-strategia-globale/ http://www.pialocatelli.info/migranti-non-e-solo-un-problema-militare-serve-una-strategia-globale/#respond Fri, 09 Feb 2018 10:33:52 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=6233 “L’idea che si possa risolvere il problema migratorio solo dal punto di vista militare, che pure è un passaggio cruciale, è un inganno di corto respiro che tutt’al più può ridurre o fermare i flussi nel breve periodo, ma che rischia di allontanare una soluzione strutturale”. Lo ha detto Pia Locatelli aprendo i lavori del convegno organizzato dall’ISMAA  “Sviluppo dei Paesi africani, governance dei flussi migratori, politiche di cooperazione: il ruolo dell’Italia”, che si è svolto presso la Sala del Refettorio della Camera dei deputati.

Il testo dell’intervento

Parlare di politiche per l’Africa oggi significa parlare soprattutto di gestione dei flussi migratori, ma dovremmo essere capaci di sottrarci a questa sorta di imposizione che la campagna elettorale ha accentuato, ed allargare il tema inserendolo in un contesto più largo, quello del ruolo dell’Italia in Africa. Certo i flussi migratori richiedono gestione immediata, ma è altrettanto importante che si decida quale vuole essere il ruolo che vogliamo svolgere in questo grande continente, ricco di problemi ma forse l’unico dove le potenzialità sono altrettanto ricche.

Dobbiamo chiarire le “nostre” intenzioni, è se parliamo di nostre, è difficile pensare a chi fa parte di questo “noi”. Nonostante, ad esempio, la equilibrata conduzione del presidente Cicchitto della Commissione esteri, che ha sempre registrato un clima sereno durante i lavori negli ultimi cinque anni, quando abbiamo parlato di missioni internazionali, o di altre iniziative del governo in politica estera, il noi era limitato alla maggioranza. Questo è un primo problema perché ci vuole un mandato chiaro per una chiara, incisiva politica estera. Un secondo problema: credo di poter dire che un ruolo, nel significato pieno del temine, in Africa non sia stato proprio esercitato, quantomeno con continuità. Ci sono stati alla Farnesina, degli “appassionati di Africa (anche qui presenti) ma la discontinuità ha segnato le nostre politiche nel continente africano.

Eppure l’Italia, rispetto a tanti Paesi europei, aveva ed ha delle ragioni per esercitare pienamente questo ruolo: la posizione geografica, certamente, i legami storici, mantenutisi quasi sempre buoni derivanti dal passato coloniale, la presenza di lunga data e robusta consistenza dell’Eni e quella più recente ma crescente dell’Enel, le tante piccole e medie presenza imprenditoriali, i missionari del presente e del passato e le ong del presente.

Forse solo negli anni ’70 abbiamo incominciato a considerare l’Africa nel suo insieme, anche grazie al lavoro per l’approvazione della prima legge sulla cooperazione che stabiliva che la cooperazione era parte integrante delle politica estera. E stabilimmo accordi di cooperazione che riguardavano, ad esempio, anche tutti o quasi i Paesi dell’Africa australe, andando oltre l’approccio che ci fa ancor oggi considerare l’Africa come una sorta di appendice del Mediterraneo, ma non ci fu azione continuativa.

Non volendo fare la storia della nostra presenza in Africa, aggiungo che solo in questa legislatura si è ripreso a parlare di Africa e abbiamo visto il moltiplicarsi delle missioni, ma dobbiamo recuperare molto in termini di risorse e del loro utilizzo e anche di rete diplomatica e dobbiamo recuperare, se vogliamo parlare di gestione dei flussi migratori, capacità di convincimento nei confronti della Unione europea per politiche migratorie condivise.

Su quest’ultimo tema, credo dobbiamo trarre forza e autorevolezza dai nostri seri comportamenti e dalla nostra generosità di questi ultimi anni. E dalla nostra esperienza, che è secolare. Non parliamo di cifre, le conosciamo tutti; voglio solo ricordare che abbiamo da sempre dovuto fare i conti con gli arrivi dal mare.

L’Italia è divenuta, soprattutto assieme alla Grecia, il punto di transito principale di flussi di migranti generalmente diretti verso il nord Europa aprendo una crisi nella crisi, ovvero trasformando il dramma umano dei singoli migranti in un problema più generale di grande rilievo politico che sta mettendo a dura prova la stessa costruzione dell’Unione Europea.

Le migrazioni e il come gestirle ha diviso l’Europa, ne ha evidenziato la debolezza.

Il problema della gestione dei flussi e dell’accoglimento dei migranti che dovrebbe essere collettivo, spesso si scarica quasi integralmente, come ben sappiamo, sul Paese di primo approdo eppure, ciononostante, il tema è divenuto dirompente nelle opinioni pubbliche di quasi tutti gli Stati dell’Unione, anche di quelli dove le presenze di migranti sono davvero irrisorie, con pesanti riflessi sulle consultazioni elettorali. E’ sotto gli occhi di tutti la drammatizzazione strumentale del tema di questi giorni.

 

Dunque, questa premessa serve per ricordare che tutto il fenomeno migratorio è affare collettivo, a cominciare dai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e contemporaneamente di quelli di tutta l’Unione mentre richiede di essere affrontato comunque anche a livello globale non solo perché non esiste solo nel bacino del Mediterraneo, ma anche perché necessita di strategie globali per essere affrontato in maniera efficace.

Un primo passo per gestire la pressione immigratoria dall’Africa passa inevitabilmente attraverso la collaborazione fra i diretti interessati, europei e africani, cioè nell’unico modo possibile, assicurandoci la collaborazione di chi controlla il territori: Niger, Ciad, le municipalità libiche i porti e la guardia costiera libica.

Certamente la soluzione nel lungo periodo sta nello sviluppo dell’Africa; ma la gestione di oggi sta nella collaborazione con i Paesi di origine e di transito e nel sostegno alle capacità libiche.

E non è proprio il caso di immaginare che non ci saranno più arrivi. Questo dobbiamo dirlo con chiarezza e dare attuazione al piano nazionale di integrazione dei titolari di protezione internazionale che il Ministero dell’interno (il Dipartimento delle libertà civili e l’Immigrazione) ha presentato il settembre scorso. Certo non risolve tutti i problemi ma una prima via di uscita dall’approccio emergenziale.

E’ evidente che questa è la via ma, purtroppo, e mi riferisco in particolare ad alcune forze politiche in Italia e in altri Paesi europei, c’è la tendenza a ridurre il problema a un fatto di ordine pubblico e di sicurezza delle frontiere, pensando così di cavalcare e sfruttare le paure, spesso indotte, dell’opinione pubblica. Ma i problemi non si risolvono in questo modo, anche se di questo fattore, la paura, più o meno fomentata, bisogna tener conto.

Un altro momento significativo per superare l’approccio emergenziale è stato il vertice UA-UE ha riunito leader dell’UE e africani allo scopo di definire la futura direzione della cooperazione tra i due continenti che si è concluso una dichiarazione congiunta che illustra le priorità comuni del partenariato UE-Africa in quattro settori strategici:

  • opportunità economiche per i giovani
  • pace e sicurezza
  • mobilità e migrazione
  • cooperazione in materia di governance

 

Una visione di respiro che supera l’emergenza senza trascurarla. Per questo è stata varata ad esempio una task force congiunta che andrà a cercare e aiutare quei profughi sul suolo libico che vogliono essere rimpatriati.

Questa task force potrebbe essere impiegata anche sul terreno per combattere i trafficanti di esseri umani e per smantellare i campi illegali anche se non ci sono dichiarazioni ufficiali in questo senso.

Comunque l’idea che si possa risolvere il problema solo dal punto di vista militare, che pure è un passaggio cruciale, è un inganno di corto respiro che tutt’al più può ridurre o fermare i flussi dei migranti nel breve periodo, ma che rischia di allontanare una soluzione strutturale.

Inoltre credo che qualunque iniziativa sul piano economico, politico e militare per governare i flussi migratori vada quantomeno accompagnata da efficaci iniziative sul piano della comunicazione perché i cittadini europei devono essere informati della reale entità del fenomeno, sulle sue cause e sui possibili rimedi altrimenti qualunque governo si troverà prima o poi con le mani legate, incapace di agire nel modo più efficace e corretto, su tutti i piani compreso, o meglio, a partire da quello etico. Il rispetto dei diritti umani non è un optional.

Non si può pensare insomma di agire solo sul piano emergenziale senza una strategia comunicativa, senza indicare con chiarezza limiti e possibilità di assorbimento da parte dei Paesi europei, senza avvertire delle tensioni che si creano nelle opinioni pubbliche e delle conseguenze che queste possono avere sulla vita degli stessi migranti.

È interesse dell’Italia, come credo di tutta l’Europa, gestire nel modo migliore il flusso dei migranti.

Non dobbiamo però neppure nasconderci il problema dell’uso delle risorse che viene fatto e che in passato ha dato spesso motivo per critiche giustificate sulla qualità della gestione pubblica nei Paesi dell’Africa beneficiari dei fondi della cooperazione come ha fondamento il timore che ha volte gli aiuti vengano utilizzati per sostenere o consolidare regimi antipopolari.

L’Italia per storia e cultura ha in questi anni dato più di una prova di avere piena coscienza delle dimensioni del problema, sia agendo sul piano umanitario e dei soccorsi, sia adoperandosi per trasferire risorse nei Paesi in via di sviluppo, sia agendo a livello europeo per aprire occhi e sturare orecchie.

Il nuovo piano per gli investimenti esterni dell’UE uscito dal vertice di Abidjan punta a mobilitare 44 miliardi di euro entro il 2020, creando in tal modo nuove opportunità di lavoro per i e le giovani in tutto il continente africano.

L’Italia è attualmente con 92 milioni il primo contributore del già esistente Trust Fund Africa che ha una dotazione di 2,9 mld.

Certamente si poteva fare di più e, io spero, che il prossimo Governo faccia di più.

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“Insieme” alle regionali con Gori presidente http://www.pialocatelli.info/insieme-alle-regionali-con-gori-presidente/ http://www.pialocatelli.info/insieme-alle-regionali-con-gori-presidente/#respond Thu, 08 Feb 2018 11:01:56 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=6225 “Con queste elezioni ci troviamo di fronte a un duplice rischio: quello di consegnare il Paese a una destra che dividerebbe ancora di più l’Italia, senza affrontare il rischio di diseguaglianze crescenti, nel reddito ma non solo, e quello di consegnarlo a un movimento, come i 5 Stelle, che sa intercettare nell’ambiguità e nella contraddittorietà delle posizioni, a giorni alterni, il voto di una protesta “disordinata”, ma non sa dare risposte credibili e non ha ancora dimostrato di saper governare”. Lo ha detto Pia Locatelli intervenendo alla conferenza stampa di presentazione della lista Insieme per le elezioni regionali in Lombardia a sostegno di Giorgio Gori.

“In questo scenario  – ha proseguito – si colloca la nuova legge elettorale che, con molte probabilità, necessiterà di una sorta di “secondo tempo”, per trovare “i numeri” per formare il Governo.

Uno scenario dove sarà sì importante il voto al candidato e alla candidata, espressione della coalizione (Elena qui) , ma dove crediamo sarà almeno altrettanto importante il voto che verrà dato alle liste dei singoli partiti dentro la coalizione di centrosinistra, per meglio definirne l’ identità.

Il PD da solo non copre tutte le istanze che vengono dal mondo del centrosinistra, ha bisogno al suo fianco di una forza progressista, laica, riformatrice e ambientalista (una sintesi socialdemocratica insomma) che non trova piena voce in un Partito democratico dalle posizioni non sempre univoche su alcune tematiche per noi importanti.

Per questo nasce la lista “Insieme”, frutto dell’incontro della storia del socialismo riformista, dell’ ambientalismo e delle realtà civiche del territorio, che hanno in comune la voglia di restituire fiducia ai cittadini e alle cittadine che l’hanno persa e di dare strumenti e opportunità a chi vuole costruire un futuro di benessere, di uguaglianza e di equità sociale.

Ci sono tante ragioni che ci hanno spinto verso un progetto di coalizione progressista e riformatrice:

-l’esigenza di contrastare la costante crescita degli squilibri economici,

-la riaffermazione del ruolo sociale del lavoro,

-la ricomposizione e lo sviluppo della classe media,

-l’attenzione agli effetti dei cambiamenti climatici e la tutela del territorio e dell’ambiente,

-la cura e la valorizzazione dei talenti e delle competenze,

-la riaffermazione del senso civico,

-l’impegno a rendere l’Italia un Paese coeso e aperto alle diversità.

Il nostro manifesto politico dà continuità all’ispirazione “ulivista ” che per noi è ancora un modello valido, attuale  e  capace di declinare, nella quotidianità delle decisioni e delle azioni, la politica al servizio dei cittadini e delle cittadine e del bene comune.

Parte dall’idea che le diseguaglianze non sono un prezzo da pagare al progresso, ma sono la causa del malessere;

che il progetto di un’Europa unita non è un’utopia, ma uno strumento di democrazia, pace, diritti;

che l’approccio ecologista può essere uno strumento formidabile per il rilancio dell’economia;

che la laicità delle istituzioni è un tratto identitario irrinunciabile,

che l’unità del centrosinistra, nel rispetto delle diversità arricchenti, si è dimostrato nella storia, sempre, un valore primario e vitale e deve essere reso più visibile, vissuto e condiviso dagli elettori e dalle elettrici.

Ma noi non siamo il PD. Siamo alleati, ma siamo diversi. Ed è la nostra diversità, la nostra voce laica che vogliamo portare avanti nello schieramento del centrosinistra, sia alle elezioni politiche sia alle elezioni regionali in Lombardia con l’appoggio convinto a Giorgio Gori.

Il centrosinistra non è solo il PD e con “Insieme” è meglio!”

Rassegna stampa

 

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Mutilazioni genitali femminili, l’impegno continua http://www.pialocatelli.info/mutilazioni-genitali-femminili-limpegno-continua/ http://www.pialocatelli.info/mutilazioni-genitali-femminili-limpegno-continua/#respond Tue, 06 Feb 2018 09:43:29 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=6220 “Il nostro impegno nella lotta contro le mutilazioni genitali femminili non si esaurisce in questa legislatura. Dobbiamo continuare a monitorare il fenomeno e a denunciare quella che rappresenta una violazione dei diritti umani nei confronti di ragazze e bambine”. Lo ha detto Pia Locatelli, coordinatrice dell’intergruppo parlamentare “Salute globale e diritti delle donne” nella giornata mondiale contro le MGF. Secondo l’ultimo rapporto Unicef, almeno 200 milioni di donne e ragazze in trenta paesi, principalmente ma non esclusivamente africani, sono state sottoposte a questa pratica – anche se il loro numero esatto resta sconosciuto. Casi di MGF sono emersi anche in Europa, in conseguenza dei flussi migratori provenienti da Paesi dove questa pratica è diffusa. Secondo le stime del Parlamento europeo, in Europa vivrebbero mezzo milione di donne che hanno subito le Mgf e 180.000 bambine e ragazze sarebbero a rischio. In occasione della giornata mondiale contro le MGF è stato prodotto un video attraverso un progetto sostenuto da AIDOS  a cui hanno preso parte giovani attivisti e professionisti che provengono da paesi europei ed africani. Scopo del progetto  è aumentare l’efficacia delle diverse azioni, in questo caso di comunicazione, per mettere fine alle MGF e migliorare il benessere di donne e bambine. Necessaria è la creazione di legami e comunicazione tra comunità della diaspora e chi è rimasta/o nei paesi d’origine: questa“costruzione di ponti” tra continenti è l’obiettivo principale del programma congiunto UNFPA e UNICEF sulle MGF per cui AIDOS ha realizzato i due training di formazione.

Di seguito il video realizzato da AIDOS

 

 

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Turchia, Erdogan rispetti i diritti umani e garantisca processi equi http://www.pialocatelli.info/turchia-erdogan-rispetti-i-diritti-umani-e-garantisca-processi-equi/ http://www.pialocatelli.info/turchia-erdogan-rispetti-i-diritti-umani-e-garantisca-processi-equi/#respond Mon, 05 Feb 2018 10:22:56 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=6210  “Noi riteniamo che la Turchia possa aspirare a un futuro migliore solo se saprà avanzare con decisione anche sul terreno della democrazia e delle libertà e per questa ragione vogliamo chiederle il più forte e deciso impegno al rispetto dei diritti umani e a garantire processi equi alle migliaia di persone che sono state arrestate dopo il tentato golpe del 2016”. Questo quanto ha scritto Pia Locatelli, presidente del comitato Diritti umani della Camera in una lettera inviata al presidente Erdogan in occasione della sua visita a Roma.

“Riteniamo  – prosegue – che sia nel nostro reciproco interesse costruire un rapporto solido e duraturo, ma che ma che questo non può contenere margini di ambiguità sul rispetto dei diritti umani non solo perché tradiremmo la nostra storia, ma anche perché sarebbe un atto di miopia politica che getterebbe un’ipoteca colossale che prima o poi, inevitabilmente, giungerebbe all’incasso”. 

Il testo dell’appello

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