Interpellanze e interrogazioni – Pia Locatelli http://www.pialocatelli.info Una Socialista europea alla Camera per una Sinistra europea al Governo Fri, 30 Mar 2018 08:35:28 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.0.3 Interpellanza per salvare Ahmadreza Djalali http://www.pialocatelli.info/interpellanza-per-salvare-ahmadreza-djalali/ http://www.pialocatelli.info/interpellanza-per-salvare-ahmadreza-djalali/#respond Wed, 08 Nov 2017 13:57:30 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=5887 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale – Per sapere – premesso che:

il dr. Ahmadreza Djalali, medico ricercatore iraniano di 45 anni, è stato condannato a morte il 21 ottobre scorso con sentenza pronunciata dal giudice del Tribunale rivoluzionario iraniano, Abolghasem Salavati;

a partire da questa data, il dr. Ahmadreza Djalali avrebbe venti giorni per proporre ricorso avverso la sentenza;

la motivazione della condanna alla pena capitale risiederebbe nella “collaborazione del medico ricercatore con lo stato di Israele”. Tuttavia, è la stessa attività di ricerca scientifica portata avanti dal dr. Djalali, incentrata soprattutto sul ruolo dell’ospedale nelle catastrofi e sulla sicurezza degli ospedali quando esposti a rischi diversi, nonché nella formazione dei professionisti che operano nella risposta ai disastri, a richiedere il confronto tra diverse realtà internazionali nella pianificazione ospedaliera perché si possa arrivare ad una sintesi per la loro migliore risposta in caso di esposizione a una condizione di disastro;

lo stesso Djalali avrebbe fatto sapere che, come riportato dall’articolo di Nature “Iranian scholar sentenced to death” pubblicato il 23 ottobre 2017 a firma del dott. Michele Catanzaro, pur essendo stato più volte avvicinato da militari e servizi segreti iraniani, egli non solo non ha mai coltivato gli interessi di Israele o di qualsiasi altro Stato, ma ha sempre rifiutato ogni tipo di coinvolgimento in attività che non fossero squisitamente accademiche;

lo stesso Djalali ritiene di essere stato arrestato per il suo rifiuto di spiare Paesi europei per conto del suo governo; in particolare gli sarebbe stato richiesto di raccogliere informazioni sensibili circa infrastrutture strategiche, di contro- terrorismo e per la difesa contro il rilascio/diffusione di sostanze CBRN (chimiche, biologiche, radiologiche, nucleari e esplosive), piano operativi, progetti di ricerca e quant’altro connesso a stati di crisi o di allarme terroristico;

la condanna giunge nell’ambito di una lunga detenzione iniziata il 24 aprile 2016, svoltasi nel carcere di alta sicurezza Evin di Teheran, nel corso della quale il dr. Djalali ha condotto scioperi della fame e della sete per ribadire la propria innocenza e affinché gli fosse garantito un giusto processo;

l’accademico Ahmadreza Djalali è stato docente e ricercatore in Medicina dei disastri presso l’Università del Piemonte Orientale, presso il Karolinska Institutet di Stoccolma, nonché presso la Vrije Universiteit Brussel. La sua attività di ricerca gode di molti meriti e riconoscimenti nella comunità scientifica internazionale, motivo per cui era spesso chiamato a tenere dei seminari in vari Paesi. Qualunque sia il suo passaporto Djalali è oggi un ricercatore sequestrato al suo lavoro e alla sua vita, in attesa di essere giustiziato;

a partire dall’Italia e dalla Svezia è necessario che i Paesi che traggono continui benefici dalla libera comunità della ricerca diano dei segnali chiari e intransigenti a quelli dove le libertà fondamentali latitano o vengono ogni giorno disattese;

la condanna a morte di un ricercatore, di chi non coltiva altro che la conoscenza, deve essere vissuta dalla comunità internazionale come un attacco portato al cuore del nostro modello di convivenza;

durante la seduta antimeridiana del Senato di mercoledì 25 ottobre u.s., numero 905, oltre 120 senatori, appartenenti a tutti i gruppi parlamentari, hanno presentato un’interpellanza urgente di contenuto analogo alla presente -:

quali iniziative il Governo italiano abbia adottato nei mesi scorsi, come dichiarato dal Ministro degli Esteri Angelino Alfano il 23 ottobre 2017, e quali ulteriori passi intenda tempestivamente adottare alla luce dell’aggravarsi della situazione, sia attraverso la propria sede diplomatica, sia coinvolgendo le Istituzioni europee ed in particolare l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, per scongiurare l’esecuzione della sentenza di messa a morte e restituire alla libertà il dr. Ahmadreza Djalali.

 

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Egitto, Question time sul caso Metwally http://www.pialocatelli.info/egitto-question-time-sul-caso-metwally/ http://www.pialocatelli.info/egitto-question-time-sul-caso-metwally/#respond Wed, 04 Oct 2017 15:43:04 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=5678 Question time di Pia Locatelli con il Ministro Alfano

L’interrogazione

Signor Ministro, la interpelliamo per sapere se è a conoscenza del fatto che l’avvocato egiziano Metwally, attivista del Movimento famiglie degli scomparsi in Egitto, consulente della famiglia Regeni, dopo alcuni giorni in cui non si avevano sue notizie, si trova, dal 13 settembre, in stato di fermo, negli uffici di una procura vicino al Cairo. Di certo, non è una bella accoglienza per il nostro ambasciatore che si è appena insediato al Cairo. Contro l’avvocato Metwally, la cui detenzione è stata prorogata al 5 ottobre, cioè a domani, sono state mosse accuse gravi, gravissime, che se confermate potrebbero costargli anni di carcere. L’avvocato Metwally è stato fermato in aeroporto, mentre si recava a Ginevra per partecipare ad una sessione del gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle sparizioni forzate in Egitto.

Vista la fase delicata delle relazioni tra l’Egitto e il nostro Paese, chiediamo cosa intenda fare il Governo di fronte a questo nuovo gesto, che può avere il sapore di una provocazione, e agli episodi a dir poco inquietanti verificatesi nel nostro Paese nei confronti di altri attivisti egiziani dei diritti umani.

La risposta del ministro Alfano

Signora Presidente, onorevoli colleghi, la Farnesina e la nostra Ambasciata al Cairo stanno seguendo con grande attenzione il caso sottoposto all’attenzione dell’Aula da parte dell’onorevole Locatelli; si tratta, appunto, dell’avvocato e attivista egiziano citato nella interrogazione, arrestato dalle autorità egiziane il 10 settembre, mentre era diretto a Ginevra per partecipare ad una sessione del Consiglio diritti umani. L’avvocato è accusato di comunicazioni con entità straniere al fine di danneggiare la sicurezza nazionale e di avere creato e gestito un gruppo illegale e anticostituzionale. La particolare sensibilità della vicenda, sotto il profilo dei diritti umani, mi aveva indotto ad evocare personalmente il caso con il mio omologo egiziano all’indomani del suo arresto, poiché avevo avuto modo di incontrare il collega Shoukry a Londra, il 14 settembre, proprio nel corso di un incontro bilaterale tra me e lui. Avevo fatto presente al collega che, su questa vicenda, oltre all’attenzione del Governo, c’è anche una grande sensibilità da parte dell’opinione pubblica italiana e del Parlamento repubblicano. L’avvocato, come è noto, collabora con la ONG egiziana che presta consulenza ai legali della famiglia Regeni.

Proprio ieri, appresa la notizia del prolungamento della sua detenzione per ulteriori 15 giorni, ho reiterato al Ministro Shoukry, l’aspettativa che il caso sia presto risolto, nel corso di una conversazione avuta con il collega egiziano, una conversazione telefonica avuta ieri pomeriggio, e penso di avere occasione di risentirlo nelle prossime ore. Parallelamente, su mie istruzioni, la nostra Ambasciata al Cairo si è da subito attivata, insieme ad altre ambasciate, per sensibilizzare le autorità egiziane, trattandosi di un caso che attiene al più generale profilo della tutela dei diritti umani. La nostra ambasciata ha chiesto e ottenuto un monitoraggio della vicenda da parte della delegazione dell’Unione europea e degli altri Stati membri.

Tanto a Roma, quanto al Cairo, intendiamo continuare a tenere alta l’attenzione sul caso e, più in generale, sulla situazione dei diritti umani nel Paese, anche in coordinamento con gli altri partner europei e tutto ciò nella consapevolezza che la ripresa di un rapporto di livello con l’Egitto non può prescindere dal rispetto e dalla promozione dei diritti umani. Questa convinzione, poi, ha dei seguiti operativi; come ho detto in occasione della mia ultima audizione sui rapporti tra Italia ed Egitto, infatti, saranno incrementati i progetti di cooperazione allo sviluppo nel campo della promozione dei diritti umani, della dignità della persona e della parità di genere.

La replica di Pia Locatelli

Signor Ministro, lei ha dato una risposta soddisfacente per una parte della mia interrogazione, cioè le continue sollecitazioni al suo omologo, il collega Shoukry, per quanto riguarda il caso dell’avvocato Metwally. Ci fa piacere, però, io voglio sollecitarla nuovamente, perché, da domani, non sappiamo cosa succederà a questo avvocato, dal momento che la proroga del fermo scade domani e, poi, non sappiamo che cosa succederà.

Siamo rimasti un po’ perplessi rispetto al suo silenzio per i fatti che si sono verificati nel nostro Paese, perché degli attivisti per i diritti umani egiziani nel nostro Paese sono stati seguiti, fotografati e poi denunciati sui giornali egiziani, per azioni di sovversione nel loro Paese. E questo non è l’unico caso, perché io ricevo spesso delegazioni o singole persone difensori dei diritti umani in Egitto e, adesso, non vogliono più venire alla Camera per questi incontri, perché temono che la registrazione del loro nome negli uffici della Camera possa far loro correre dei pericoli. Ecco, su questa parte della mia interrogazione, ma posso aggiungere quest’altro fatto e altri fatti ancora, lei non ha risposto; ma cosa intende fare per proteggere questi difensori dei diritti umani, egiziani e, chissà mai, di altri Paesi, quando sono qui nel nostro Paese? Non possono essere né seguiti, né spiati, né fotografati e poi denunciati nei loro Paesi.

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Stalking, question time con il Ministro Orlando http://www.pialocatelli.info/stalking-question-time-con-il-ministro-orlando/ http://www.pialocatelli.info/stalking-question-time-con-il-ministro-orlando/#respond Wed, 05 Jul 2017 14:37:35 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=5305 L’interrogazione di Pia Locatelli

Negli ultimi giorni si è parlato molto della riforma del codice penale appena approvata a causa delle possibili conseguenze che avrebbe sul reato di stalking. Alcuni dirigenti dei maggiori sindacati italiani e alcuni avvocati hanno criticato una parte della riforma, che, secondo loro, porta ad un indebolimento del reato; altri non sono d’accordo con questa interpretazione. Il sottosegretario del Ministero della giustizia è intervenuto sul tema, sostenendo che la depenalizzazione dello stalking è una notizia falsa, ma le critiche sono continuate. Anche lei, signor Ministro, ha dichiarato che le preoccupazioni risultano non fondate, ma temiamo che la questione sia più complicata di quanto non appaia. Chiediamo quindi, signor Ministro, quali siano le iniziative urgenti che lei intende assumere per fugare qualsiasi possibilità di equivoco interpretativo nel merito.

La risposta del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando

Nel medesimo senso, con il progetto di riforma del codice antimafia, si era già intervenuti nel 2013 nella prospettiva di affinare ulteriormente il sistema della tutela, introducendo misure di prevenzione quale l’ammonimento finalizzato all’anticipazione della tutela delle donne ad ogni vittima di violenza domestica. E, come dicevo, nel medesimo senso vengono ampliate ora nel codice antimafia le misure di sicurezza personale applicabili ai soggetti indiziati del delitto di atti persecutori; quindi, è del tutto evidente quale sia l’indirizzo e l’orientamento del Governo su questo punto. Si è intervenuti, inoltre, sul versante processuale attraverso l’introduzione di specifici provvedimenti cautelari e l’esclusione, tra l’altro, del reato di atti persecutori dal novero di quelli in relazione ai quali è possibile applicare l’istituto del proscioglimento per particolare tenuità del fatto. A fronte di tali interventi reiterati, che dimostrano l’attenzione prestata al fenomeno, l’introduzione dello strumento previsto dall’articolo 162-ter del codice penale ha un’incidenza applicativa tale da non pregiudicare le esigenze di tutela delle vittime dello stalking. La previsione nel corpo dello stesso articolo 612-bis di specifiche ipotesi di procedibilità d’ufficio e di casi di irrevocabilità della querela già riducono ai soli casi di minore gravità la possibilità di applicare in astratto la causa estintiva del reato di stalking. Il controllo giudiziale su congruità della condotta riparatoria e la necessaria audizione della persona offesa rappresentano, inoltre, ulteriori baluardi contro l’applicazione incongrua dell’istituto. Nel comprendere, tuttavia, l’allarme legittimamente manifestato e al fine di evitare il potenziale consolidarsi di prassi applicative che conducono ad una monetizzazione del reato, siamo aperti a modifiche normative che potranno essere orientate alla previsione di un ampliamento dei casi di procedibilità d’ufficio per il reato di atti persecutori o a definire chiaramente le ipotesi di minore gravità. Gli atti nei quali queste modifiche possono essere introdotte sono molteplici, perché ci sono diversi provvedimenti di contenuto connesso all’attività giudiziaria pendenti al Senato e anche in Commissione, qui, alla Camera.

La replica di Pia Locatelli

Signor Ministro, apprezzo la sua apertura alle modifiche normative. Mi permetto di farle una raccomandazione: vede, questo allarme è stato, come posso dire, lanciato da persone che da una vita si occupano di questi temi, e, addirittura, è stato quantificato il problema. Si pensa che in almeno il 50 o 60 per cento dei casi questa sanzione riparatoria sarà applicabile. Non sto a raccontare tutto, perché lo sa benissimo che la irrevocabilità della querela è per i casi gravi di reato di stalking, ma noi abbiamo un problema sempre, ma in particolare in questo momento. Il rischio è che si lanci questo messaggio pericoloso: il reato di stalking non è poi così grave, tant’è che lo abbiamo indebolito con questa riforma del codice penale.

Il problema è: cosa legge una donna? Che, se la querela è ritirata, lo stalker se la caverà con poco, e il problema è che, dopo qualche giorno, dopo qualche mese, forse dopo qualche anno, riprenderà la sua attività, riprenderà i suoi atti persecutori. Questo è l’allarme che noi abbiamo lanciato, e quindi, mentre apprezziamo questa sua apertura alle riforme, e sono sicurissima che le giuriste si metteranno a disposizione per aiutare a cambiare questo testo, noi insistiamo sulla prevenzione. Ci permettiamo di darle un suggerimento per la prevenzione di atti persecutori, per la non recidiva: l’uso di braccialetti elettronici e di GPS.

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Stalking, fugare dubbi su possibili interpretazioni http://www.pialocatelli.info/stalking-fugare-dubbi-su-possibili-interpretazioni/ http://www.pialocatelli.info/stalking-fugare-dubbi-su-possibili-interpretazioni/#respond Wed, 05 Jul 2017 13:26:52 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=5298 Al Ministro della giustizia. – Per sapere – premesso che:
negli ultimi giorni si è parlato molto della riforma del codice penale, approvata definitivamente dal Parlamento, per via delle conseguenze che avrebbe sul reato di stalking: così sindacati e alcuni giuristi affermano che vi sarebbe una depenalizzazione dello stalking;
il Ministro interrogato, intervistato sulla questione, ha affermato che «le preoccupazioni risultano non fondate» ma che comunque la legge sullo stalking sarà modificata per evitare dubbi di interpretazione;
la questione riguarda, come previsto dalla riforma, l’estinzione di alcuni tipi di reati «a seguito di condotte riparatorie», che avrebbe dato la possibilità ai condannati per stalking di cancellare la pena legata alla propria condanna «pagando una somma se il giudice la riterrà congrua, versandola anche a rate» e «senza il consenso della vittima»;
la parte della riforma del codice penale che è stata criticata è il primo comma dell’articolo 162-ter: «Nei casi di procedibilità a querela soggetta a remissione, il giudice dichiara estinto il reato, sentite le parti e la persona offesa, quando l’imputato ha riparato interamente, entro il termine massimo della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado, il danno cagionato dal reato, mediante le restituzioni o il risarcimento, e ha eliminato, ove possibile, le conseguenze dannose o pericolose del reato»;
si rammenta che lo stalking, previsto dall’articolo 612-bis del codice penale, prevede che il delitto sia punito a querela della persona offesa, la remissione può essere soltanto processuale e la querela è comunque irrevocabile se il fatto è stato commesso mediante minacce reiterate nei modi di cui all’articolo 612, secondo comma;
il combinato disposto di tale comma e dell’articolo 612-bis del codice penale potrebbe portare a sostenere che la nuova norma si applica solo quando la querela è rimettibile –:
quali iniziative urgenti il Ministro interrogato abbia intenzione di porre in essere affinché possa essere fugata qualsiasi possibilità di equivoco interpretativo in merito alla possibile estinzione del reato per condotta riparatoria e si ritorni dunque all’interpretazione originaria della fattispecie così come disciplinata dalla legge del 2009. (3-03131)

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Scuola di gomme in Palestina, appello perché non chiuda http://www.pialocatelli.info/scuola-di-gomme-in-plestina-appello-perche-non-chiuda/ http://www.pialocatelli.info/scuola-di-gomme-in-plestina-appello-perche-non-chiuda/#respond Thu, 22 Jun 2017 15:10:09 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=5283

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17047

presentato da

LOCATELLI Pia Elda

testo di

Giovedì 22 giugno 2017, seduta n. 819

Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
la scuola di gomme di Khan al Ahmar, realizzata nel 2009 dalla organizzazione non governativa Vento di Terra, con il contributo della Cooperazione italiana, della Conferenza episcopale italiana e di una rete di enti locali lombardi ospita 8 classi, per un totale di circa 200 minori, nei Territori occupati palestinesi;
essa è simbolo del diritto all’istruzione e della difesa dei diritti delle comunità beduine che non hanno accesso all’acqua, alla corrente elettrica e permangono in una situazione di indigenza; inoltre, la difficoltà di movimento, imposta loro, rende estremamente problematico l’accesso ai servizi di base;
la scuola, per caratteristiche costruttive e materiali utilizzati, è un esempio nell’ambito dell’architettura bioclimatica. È una struttura senza fondamenta, realizzata con pneumatici usati, progettata dallo studio Arcò di Milano per rispondere alle complesse normative imposte dal Governo israeliano e alle specifiche esigenze delle comunità locali;
la difesa del diritto allo studio degli alunni beduini di Alhan al Ahmar è stata possibile in passato grazie all’apertura un ombrello diplomatico e mediatico sulla scuola;
la maggior parte degli alunni appartengono alla tribù Jahalin, stanziata nell’area denominata «Corridoio E1» da una quarantina d’anni, e sono profughi registrati presso l’agenzia Unrwa. Il corridoio congiunge Gerusalemme a Gerico ed è parte del territorio palestinese uscito dagli Accordi di Oslo quale «Area C» e come tale, dal 1994, sotto controllo militare e amministrativo israeliano: è il primo edificio pubblico costruito in questa area dal 1967;
la scuola è stata costantemente attaccata dal movimento dei coloni, che la ritiene una «minaccia all’esistenza dello Stato di Israele». A fronte della causa intentata dallo Stato israeliano, dalle colonie limitrofe e dalla società stradale pubblica Maan, la Corte suprema israeliana si è espressa una prima volta nel novembre 2009, invitando le parti a trovare un accordo e ribadendo il valore sociale della struttura;
il 29 agosto 2016 ha deliberato una richiesta di demolizione immediata della scuola e dopo alcuni rinvii, si è espressa a favore dello «spostamento» della struttura. A fronte di un appello delle comunità, era stata fissata una nuova scadenza a fine aprile di quest’anno, ulteriormente posticipata al 25 settembre 2017;
l’intenzione espressa dell’Esecutivo israeliano è «riallocare» in tempi brevi gli alunni nel plesso di Al Jabal, distante una decina di chilometri. La deportazione dei residenti rappresenterebbe per gli interroganti una grave violazione del diritto internazionale (articolo 49 della IV Convenzione di Ginevra del 1949; articolo 43 della Convenzione dell’Aia). Un segnale particolarmente incisivo è giunto il 4 aprile 2017, da parte dell’Ambasciatore dell’Unione europea Lars Faaborg-Andersen: «Le pratiche quali trasferimenti forzati (…) e l’ostruzionismo verso l’assistenza umanitaria sono contrari agli obblighi di Israele in tema di diritto internazionale. Chiediamo quindi ad Israele, in quanto potenza occupante, di adempiere ai propri obblighi nei confronti della popolazione palestinese (…), fermare completamente queste demolizioni e confische e consentire il pieno accesso agli aiuti umanitari»;
l’area dove sorge la scuola è considerata strategica dal Governo di Tel Aviv, che ivi vorrebbe completare il «Muro di Separazione», dopo di che ciò che rimane dei Territori occupati palestinesi verrebbe così diviso in due tronconi e definitivamente separato da Gerusalemme;
la demolizione della scuola creerebbe un pericoloso precedente, ponendo le basi, a giudizio degli interroganti, per l’avvio dell’annunciato piano di deportazione delle comunità beduine dell’Area C e per l’annessione del Corridoio E1 da parte di Israele –:
quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato abbia intenzione di porre in essere per la tutela dei diritti umani fondamentali e del diritto all’istruzione delle comunità beduine e per la difesa della scuola di Gomme, affinché gli scolari di Khan al Ahmar possano avere un futuro. (4-17047)

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No a versione hard della “Ciociara” http://www.pialocatelli.info/no-a-versione-hard-della-ciociara/ http://www.pialocatelli.info/no-a-versione-hard-della-ciociara/#respond Wed, 03 May 2017 10:52:13 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=5083
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16467

presentato da

LOCATELLI Pia Elda

testo di

Mercoledì 3 maggio 2017, seduta n. 788

LOCATELLI, PASTORELLI e LO MONTE. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
«La Ciociara», famoso film del 1960 diretto da Vittorio De Sica e adattato da Cesare Zavattini, tratto dall’omonimo libro scritto da Alberto Moravia, nonostante le vicende siano romanzate, narra degli stupri di guerra, le cosiddette «marocchinate», perpetrati contro circa 60.000 tra donne e bambini, solo nel territorio della Ciociaria, alla fine della seconda guerra mondiale;
la pellicola ripercorre una delle pagine più buie e brutali della seconda guerra mondiale descrivendo l’orrore degli stupri di massa sulla popolazione da parte delle truppe coloniali francesi in seguito alla «battaglia di Cassino»;
quotidiani e social, in queste ultime settimane, hanno riportato la notizia che è in lavorazione un film intitolato «La Ciociara, liberamente ispirato al romanzo di Alberto Moravia»: una versione pornografica del film diretta da un noto registra di film hard;
si tratta di una vicenda dolorosa, dunque, che ancora ferisce le famiglie delle vittime di quelle violenze; raccontata in chiave pornografica non è altro che mancanza di rispetto per tutte coloro che hanno subito quegli atroci episodi e, per le tante, troppe donne che sono state vittime di abusi sessuali e di stupro durante altri conflitti, per tutte quelle donne che ancora subiscono tale infamia, per chi ancora ne porta i segni, per chi oggi continua ad essere stuprata;
invece di promuovere una sensibilizzazione per non dimenticare gli orrori del passato, invece di contribuire a costruire una società fondata sul ripudio della guerra in qualsiasi sua forma, compresa quella delle violenze sui bambini e sulle donne: una guerra nella guerra; una mostruosità di cui le cronache sono piene: ex Jugoslavia, Rwanda, Nigeria, Siria, Somalia, India e tanti altri Paesi dove l’uomo non è più essere umano, ma solo il male; si produce un film che, secondo gli interroganti, rappresenta l’ennesima offesa, l’ennesima umiliazione;
una lettera aperta, indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, agli altri Ministri competenti e ai parlamentari, chiede di intervenire; essa è firmata già da più di 600 cittadine e cittadini, da molti sindaci della Ciociaria e dal consiglio comunale di Aprilia, che giudica, non una forma di libertà di espressione ma un insulto grave alla memoria di una comunità e della nazione tutta, una pellicola hard su vicende che rappresentano una ferita indelebile non ancora rimarginata e che si cerca di affrontare, grazie soprattutto al lavoro delle associazioni femminili e femministe insieme alle amministrazioni locali, a ricercatrici e ricercatori, a docenti di ogni ordine e grado, ricostruendo quei fatti perché non si ripetano in nessuna parte del mondo –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda promuovere per diffondere, anche attraverso campagne di informazione e di sensibilizzazione, una corretta ricostruzione di quei tragici avvenimenti e una nuova presa di coscienza per il ripudio di ogni forma di violenza sessuale, in particolare quella perpetuata all’interno dei conflitti armati, che assume il carattere di stupri di massa, un’arma potente e strategica per annientare il nemico – o l’etnia, o la religione, o le popolazioni considerate nemiche – violando e annientando le donne del nemico e la loro comunità. (4-16467)

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Interrogazione sul terzo settore http://www.pialocatelli.info/interrogazione-sul-terzo-settore/ http://www.pialocatelli.info/interrogazione-sul-terzo-settore/#respond Thu, 27 Apr 2017 10:55:11 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=5085
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16402

presentato da

LOCATELLI Pia Elda

testo di

Mercoledì 26 aprile 2017, seduta n. 784

LOCATELLI, PASTORELLI e LO MONTE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
nella Gazzetta Ufficiale n. 141 del 18 giugno 2016, è stata pubblicata la legge 6 giugno 2016, n. 106, «Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale», in vigore dal 3 luglio 2016;
il terzo settore viene definito come il complesso degli enti privati costituiti con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale che, senza scopo di lucro, promuovono e realizzano attività d’interesse generale, mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi, in coerenza con le finalità stabilite nei rispettivi statuti o atti costitutivi;
tra le finalità perseguite vi è la revisione della disciplina contenuta nel codice civile in tema di associazioni e fondazioni, da attuare secondo i determinati principi e criteri direttivi;
i decreti delegati dovranno: individuare i settori in cui può essere svolta l’attività d’impresa nell’ambito delle attività di interesse generale; prevedere le forme di remunerazione del capitale sociale che assicurino la prevalente destinazione degli utili al conseguimento dell’oggetto sociale; prevedere il divieto di ripartire eventuali avanzi di gestione degli utili al conseguimento degli obiettivi sociali; prevedere l’obbligo di redigere il bilancio; coordinare la disciplina dell’impresa sociale con il regime delle attività di impresa svolte dalle organizzazioni non lucrative di utilità sociale; prevedere la nomina, in base a principi di terzietà, di uno o più sindaci con funzioni di vigilanza;
essendo la legge entrata in vigore il 3 luglio 2016, il Governo dovrà adottare e presentare i decreti entro il 18 maggio in modo che essi siano definiti entro il 2 luglio, termine di scadenza per l’esercizio della delega;
al tal fine, diverse associazioni femminili hanno individuato, cosa che avevano invano fatto presente durante l’iter di approvazione della legge, due esigenze fondamentali: che il linguaggio della legge fosse in linea con le indicazioni sull’uso non sessista della lingua italiana e che la tipologia «associazioni femminili» fosse esplicitamente inclusa in tutte le sezioni individuate per l’associazionismo;
la terminologia «associazioni femminili» deve comparire in ogni sezione in quanto il limite attuale dell’impianto legislativo potrebbe di nuovo ostacolare/impedire alle associazioni femminili (ad esempio: UDI – Unione Donne in Italia) di iscriversi al registro, per una presunta mancanza del requisito della «democraticità» (non sono ammessi uomini);
la tipologia «associazioni femminili» deve comparire in ogni sezione perché evidenti sono i rischi e i limiti che avrebbero le politiche del terzo settore, nel momento in cui le associazioni femminili non fossero neppure nominate in quanto tali. Si disperderebbero di fatto, nel vasto mondo dell’associazionismo, valori e istanze specifiche che tali associazioni hanno in quanto femminili –:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere al fine di un indispensabile riconoscimento dell’associazionismo femminile, come forma associativa specifica e, come presupposto per una legislazione futura che si esprima con un linguaggio corretto dal punto di vista del genere. (4-16402)

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Interrogazione su legge Regionale Veneto http://www.pialocatelli.info/regione-veneto-legge-discriminatori-su-asili-nido/ http://www.pialocatelli.info/regione-veneto-legge-discriminatori-su-asili-nido/#respond Wed, 12 Apr 2017 16:53:59 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=4801 Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie – Per sapere – premesso che:

 

il 14 febbraio 2017 il consiglio regionale del Veneto ha approvato la legge regionale che prevede modifiche ed integrazioni alla legge regionale 23 aprile 1990, n. 32, «Disciplina degli interventi regionali per i servizi educativi alla prima infanzia: asili nido e servizi innovativi» promulgate il successivo 21 febbraio (legge regionale 21 febbraio 2017, n. 6);

la modifica, al novellato comma 4 dell’articolo 8, prevede testualmente che: «Hanno titolo di precedenza per l’ammissione all’asilo nido nel seguente ordine: i bambini portatori di disabilità e i figli di genitori residenti in Veneto anche in modo non continuativo da almeno quindici anni o che prestino attività lavorativa in Veneto ininterrottamente da almeno quindici anni, compresi periodi intermedi di cassa integrazione, o di mobilità o di disoccupazione»;

da un lato, si dà giustamente priorità a tutti quei bambini portatori di disabilità; dall’altro lato, è questa la ratio della proposta, essa «(…) è volta a favorire i cittadini che siano residenti o svolgano attività lavorativa in Veneto da un certo lasso di tempo: in particolare mira a far sì che nell’accesso ai servizi di asilo nido abbiano titolo di precedenza (…) i figli di cittadini che abbiano la residenza in Veneto ininterrottamente da almeno quindici anni o che svolgano la loro attività lavorativa in Veneto ininterrottamente da almeno quindici anni»;

la nuova previsione regionale vuole, dunque, privilegiare quei cittadini che dimostrino di avere un legame con il territorio della regione per un determinato periodo di tempo, una previsione a giudizio degli interroganti oggettivamente discriminatoria –:

se il Governo non ritenga di valutare, con urgenza, se sussistano i presupposti per promuovere la questione di legittimità costituzionale, ai sensi degli articoli 2, 3 della Costituzione, avverso l’articolo 8, comma 4, della legge regionale del Veneto n. 6 del 2017.

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Popolo yazida, interrogazione al Ministro degli Esteri http://www.pialocatelli.info/popolo-yazida-interrogazione-al-ministro-degli-esteri/ http://www.pialocatelli.info/popolo-yazida-interrogazione-al-ministro-degli-esteri/#respond Wed, 08 Mar 2017 16:37:38 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=4526 Il Question Time di Pia Locatelli al Ministro Alfano

Il 27 settembre scorso questa Camera ha approvato due mozioni che impegnavano il Governo a promuovere, nelle competenti sedi internazionali, ogni iniziativa per il riconoscimento del genocidio yazida e per assicurare i responsabili di questi crimini alla giurisdizione della Corte penale internazionale. Gli yazidi, come sappiamo perché ne abbiamo parlato in quest’Aula, sono un’etnia antichissima, linguisticamente di ceppo curdo, la cui identità è definita dalla professione di una fede preislamica. Nell’agosto 2014, quando Daesh prese il sopravvento nella regione al confine tra Siria ed Iraq, la popolazione yazida, che vive per lo più nella regione e nella provincia di Sinjar, ha subito persecuzioni, violenze e massacri: migliaia di uomini e donne massacrati, migliaia di donne e ragazzi yazidi ridotti in schiavitù.
Chiaramente, non potevamo rimanere inerti e inattivi e, di fronte a questa tragedia, abbiamo chiesto al Governo di impegnarsi per il riconoscimento del genocidio e per assicurare i responsabili di questi odiosi crimini alla Corte penale internazionale. Sono passati 160 giorni; chiediamo di sapere che cosa il Governo abbia fatto nel frattempo.

La risposta del Ministro degli Esteri Angelino Alfano

Presidente, come giustamente ricordato dall’onorevole Locatelli, la minoranza religiosa yazida è stata una delle principali vittime della violenza e degli abusi compiuti dagli estremisti di Daesh in Iraq dal 2014 ad oggi. La Commissione indipendente di inchiesta sulla Siria, istituita nel 2011 dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, nel rapporto del giugno 2016 ha definito quale genocidio le violenze commesse da Daesh nei confronti degli yazidi, facendo particolare riferimento ai tragici eventi avvenuti nell’aria del Sinjar. Il 40 per cento dell’area circostante tale località, peraltro, non è stato ancora liberato dal controllo dei terroristi.
Il contrasto al Daesh è la priorità dell’azione del Governo e in quest’ottica mi recherò la prossima settimana a Washington, per partecipare alla riunione ministeriale della coalizione globale contro Daesh. Siamo in contatto con i nostri partner per valutare ogni possibile modalità per assicurare che i responsabili delle atrocità siano assicurati alla giustizia. Il tema dell’accountability e come è noto complesso soprattutto in contesti in cui le atrocità sono commesse da attori non statuali. Analogamente, stiamo seguendo con attenzione quanto i nostri partner intendono fare e con quali modalità per il riconoscimento di quei fatti come genocidio, anche nell’ottica di assicurare una coerenza d’azione sul piano internazionale. In questo importante anno, che vede il nostro Paese ricoprire uno dei seggi non permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, abbiamo inoltre sensibilizzato a più riprese i Paesi che siedono in Consiglio di sicurezza nonché le autorità locali del Governo centrale del Kurdistan iracheno affinché vengano adeguatamente promossi e tutelati i diritti di tutte le minoranze etnico-religiose stanziate in Iraq e, in particolare, quelli della popolazione yazida.
Siamo uno dei Paesi maggiormente impegnati nella coalizione internazionale contro Daesh ed il nostro impegno proseguirà fino a quando questa minaccia esistenziale per le minoranze etnico-religiose del Medioriente non verrà definitivamente sconfitta. Intendiamo tenere fede al nostro impegno a favore della comunità yazida anche nell’ambito del nostro contributo alle attività di stabilizzazione delle aree liberate attraverso il ripristino dei servizi essenziali, per favorire un corretto e progressivo ritorno degli sfollati nelle loro aree di riferimento. Infine, credo sia importante mettere in rilievo anche il contributo che sta dando la nostra cooperazione, perché, grazie ai 500 mila euro stanziati, Unicef ha potuto costruire a Duhok un centro per la riabilitazione psicologica delle donne yazide vittime di violenze ed abusi. È stato questo il nostro impegno e in questa direzione proseguiremo e andremo avanti.

La replica di Pia Locatelli

Signor Ministro, mi pare di poter rispondere che rimaniamo in una fase interlocutoria. Aspettiamo che lei vada a Washington per assumere e concordare con i membri dell’Alleanza azioni, però siamo in una fase interlocutoria perché mi pare di poter capire che per adesso, in modo specifico con riferimento al riconoscimento del genocidio, non ci siamo ancora mossi.
Lo capisco: c’è stata la fase di passaggio del Governo e capiamo anche che c’è questa battaglia infinita per la conquista di Mosul, per cui ancora il 40 per cento del territorio è ancora lì nelle mani dell’Isis e, quindi, è chiaro che la nostra attenzione è focalizzata soprattutto su questo. Però, dopo 160 giorni noi sentiamo il dovere di richiederle nuovamente di agire per arrivare al riconoscimento e per deferire i responsabili, con tutte le difficoltà del caso, che riconosciamo, perché sappiamo bene che l’Iraq non è parte dello statuto della Corte penale internazionale. Però, noi siamo stati in al-Alil, che è il centro spirituale di questa popolazione, e i rappresentanti religiosi, politici e civili erano informati di questo impegno del Governo e ci hanno chiesto a che punto siamo e noi gli abbiamo detto a che punto saremo tra un po’. Adesso lei ci dice di aspettare ancora qualche tempo. Contiamo sul suo impegno, perché lei ha detto che intende tenere fede all’impegno nei confronti della popolazione yazida. Le diamo credito, però sappia che tra non molto, dopo il suo ritorno da Washington, noi le presenteremo di nuovo una richiesta per sapere a che punto siamo.

 

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Elicottero caduto a Foppolo, approfondire l’accaduto http://www.pialocatelli.info/elicottero-caduto-a-foppolo-approfondire-laccaduto/ http://www.pialocatelli.info/elicottero-caduto-a-foppolo-approfondire-laccaduto/#respond Fri, 03 Mar 2017 11:25:20 +0000 http://www.pialocatelli.info/?p=4622  

Atto Camera

 

Interrogazione a risposta scritta 4-15794

presentato da

LOCATELLI Pia Elda

testo di

Venerdì 3 marzo 2017, seduta n. 752

LOCATELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:

domenica 26 febbraio 2017, nel territorio del comune di Foppolo (Bergamo), pochi minuti prima delle ore 15.00, un elicottero R22 con due persone a bordo, mentre cercava di atterrare sulla piazzola posta pochi metri a monte del rifugio «Terrazza Salomon Montebello» a 2.100 metri di quota, dalla quale era decollato una decina di minuti prima, è precipitato a 2-3 metri di distanza dalla terrazza dello stesso rifugio, sulla breve discesa di neve battuta che fa da raccordo con l’arrivo della seggiovia sita leggermente più a valle, lungo la quale corre il tapis roulant utilizzato dagli avventori;

a quell’ora lo spazio esterno del locale era gremito di persone, ben oltre 200, che si godevano la giornata di sole e parecchi bambini stavano giocando a pochi metri di distanza da dove è precipitato il velivolo;

solo il caso ha scongiurato una tragedia, infatti il velivolo è passato a un metro e mezzo da un primo gruppo di bambini, ne ha sorvolato un altro a circa 50 centimetri e, per fortuna senza gravi conseguenze, ha toccato con i pattini e/o la carlinga altre tre bambine buttandole a terra –:

se il Ministro interrogato non ritenga di dover approfondire e chiarire le modalità dell’accaduto, anche tramite il coinvolgimento degli enti preposti alla regolamentazione, al controllo e alla sicurezza dei voli civili e, in particolare, che vengano accertati: la proprietà dell’elicottero, le manutenzioni, revisioni, collaudi e omologazioni dello stesso; il soggetto alla guida, il conseguimento e il mantenimento delle idonee abilitazioni al volo da parte di quest’ultimo; il rispetto delle prescritte comunicazioni apertura elisuperficie temporanee, nonché delle norme comportamentali in materia di volo di simili velivoli da considerarsi di aviazione generale o ultra leggeri da diporto/sportivo in presenza di assembramenti di persone e in situazioni di emergenza; le caratteristiche del velivolo, la sua immatricolabilità come ultraleggero e la veridicità dell’autocertificazione rilasciata a tal fine dal proprietario, la conformità, le ore di volo, lo stato di usura, la conservazione e l’idoneità al volo stesso nell’ambiente montano; la rispondenza della piazzola di decollo e atterraggio alle previsioni legislative e regolamentari in materia;

se non ritenga, oltremodo, di avviare una riflessione sulla necessità di modificare la normativa vigente in materia, che consente l’immatricolazione di un velivolo quale ultraleggero unicamente a fronte dell’autocertificazione rilasciata dal proprietario circa il non superamento di 450 chilogrammi di peso del velivolo a pieno carico, al decollo, con 2 persone a bordo e con un’autonomia di almeno un’ora. (4-15794)

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