mercoledì 26 Marzo 2014

Carta dei diritti delle donne nello Sport


Atto Camera

 

Risoluzione in Assemblea 6-00061

presentato da

LOCATELLI Pia Elda

testo di

Mercoledì 26 marzo 2014, seduta n. 198

  La Camera,

premesso che:

in Italia circa 35 milioni di persone esercitano costantemente una qualche pratica sportiva e che su tutto il territorio nazionale ci sono circa 95.000 punti di riferimento facenti capo a società sportive e organizzazioni territoriali;

nel corso dell’ultimo ventennio lo sport ha rappresentato per l’infanzia e l’adolescenza il terzo pilastro educativo dopo le famiglie e la scuola, esprimendo valori quali: spirito di squadra, disciplina, solidarietà, rispetto delle regole. Il 66,5 per cento dei ragazzi e delle ragazze tra gli 11 ed i 14 anni pratica una disciplina sportiva;

dal Piano nazionale per la promozione dell’attività sportiva emerge che la popolazione che non esercita alcuno sport è pari al 39,8 per cento, percentuale che sale però al 44 per cento se si fa riferimento alla sola popolazione femminile, mentre la percentuale delle donne che praticano in modo continuativo un’attività sportiva e pari al 25,9 per cento rispetto al 38,6 per cento degli uomini;

il Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), secondo quanto disciplinato dalla legge 23 luglio 1999, n. 242, ha tra i compiti primari quello di assumere opportune iniziative contro ogni forma di discriminazione e di violenza nello sport, comprendendo dunque anche le discriminazioni e le violenze di genere;

nel 1985 l’Unione italiana sport per tutti propose la Carta dei diritti delle donne nello sport, che nel 1987 fu trasformata dal Parlamento europeo nella Risoluzione delle donne nello sport. Questa carta fu il primo passo per riconoscere ufficialmente le pari opportunità tra uomini e donne nel contesto sportivo;

l’11 luglio 2007 la Commissione europea presentò il Libro bianco sullo sport a cui nel 2011 seguì una comunicazione dal titolo «Sviluppare la dimensione europea dello sport», all’interno della quale ampio spazio è dedicato al tema dell’inclusione sociale, con particolare attenzione alle pari opportunità tra uomini e donne nel contesto del Fondo europeo per l’integrazione;

la Carta dei diritti della UISP è stata negli anni aggiornata e nel maggio 2011 è stata presentata al Parlamento europeo che però, ad oggi, non l’ha ancora approvata;

la Carta dei diritti sottolinea, tra l’altro, che «donne e uomini di qualunque età devono avere lo stesso diritto di praticare diversi sport e sviluppare competenze nel campo dello studio dello sport» e ancora «donne e uomini devono avere le stesse opportunità di partecipare ai processi decisionali a tutti i livelli e nell’intero sistema sportivo; devono essere rappresentati in maniera equa nei diversi organismi dirigenziali e in tutte le posizioni di potere»;

l’Italia esprime eccellenze femminili nello sport in grado di indirizzare la cultura sportiva se supportate da una opportuna funzione e visibilità,

impegna il Governo

a recepire nell’ordinamento italiano la Carta dei diritti delle donne nello sport e ad adottare tutte le misure necessarie affinché si realizzi una vera parità di genere nel mondo dello sport, sia nella pratica sportiva, agonistica e amatoriale, sia nei ruoli decisionali a tutti i livelli dirigenziali e nelle diverse posizioni di potere;

ad assumere tutte le iniziative opportune perché la nuova Carta europea dei diritti delle donne nello sport sia al più presto approvata dal Parlamento europeo.

(6-00061) «Locatelli, Di Lello, Di Gioia, Pastorelli».